VILLA LITERNO – Torna l’attenzione sull’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, condotta dai carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli, che ha portato al sequestro della piattaforma di stoccaggio rifiuti Bema di Villa Literno.

Secondo l’accusa della procura, le società gestite da Michele Fontana, ovvero la Fontedil, 55 anni, e da Michele Oliviero, cioè Bema, 41 anni, figlio di Francesco Oliviero, avrebbero falsificato i documenti di identificazione sia per il sito di smaltimento dei rifiuti, sia per la loro tipologia, che consisteva principalmente in pietre per massicciate ferroviarie provenienti dai cantieri di RFI, nonché imballaggi di plastica, carta e cartone.

Secondo la procura, questi rifiuti venivano poi illegalmente smaltiti e abbandonati in alcuni terreni tra Gricignano di Aversa, Villa Literno e anche in Molise.

La Fontedil avrebbe gestito illegalmente i rifiuti di RFI, mentre la Bema quelli speciali provenienti dagli impianti di recupero della provincia di Latina e dal Cis di Nola. Secondo l’accusa, le due società avrebbero guadagnato illegalmente circa 4 milioni di euro.

Il giudice del tribunale di Napoli Federica De Bellis ha firmato l’ordinanza che ha imposto il divieto di dimora in Campania per Michele Fontana e Michele Oliviero.

Anche Rosario Morelli, amministratore della società Armafer, è indagato a piede libero per aver stipulato un falso accordo con Fontedil riguardo alla destinazione di questi rifiuti ferroviari. Altri indagati sono Nicola Oliviero, direttore tecnico dell’impianto della Bema, Nicola Ucciero, Antonio Di Dona, Nicola Tullio, Francesco Coppola, Giuseppe Ciccarelli, Salvatore Turco, Nicola Biagio Iorio, Elia Vincenza, tutti dipendenti delle società di Oliviero e Fontana, tra cui autisti e operai che lavorano anche per il Cis di Nola.

Giovanni Fontana, fratello di Michele, è l’imprenditore arrestato nell’inchiesta sullo spaccio di droga internazionale del narcotrafficante Raffaele Imperiale.

Inoltre, nel mese di febbraio, i due fratelli hanno subito un sequestro preventivo del valore di 50 milioni di euro nei loro confronti.

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