Costa (M5S): “Gravissimo, si spieghi come è potuto accadere”

Napoli. “A causa di un presunto ritardo amministrativo da parte della Procura della Repubblica di Napoli, i beni sequestrati ai Pellini, del valore di oltre 200 milioni di euro, potranno tornare ai riconosciuti autori della strage per disastro ambientale. È un Natale amaro per tutte le vittime, le loro famiglie che hanno patito tremende sofferenze e per chi si è battuto, rischiando la vita, per la giustizia e la tutela della salute e dell’ambiente”, dichiara il vicepresidente della Camera, on Sergio Costa.

“Abbiamo tutti il diritto di sapere come sia potuto accadere. Serve un’indagine interna e come Movimento 5 Stelle interrogheremo il ministro competente. Un cavillo o una distrazione non possono compromettere decenni di lotte”, conclude Costa.

Ieri il rinvio dell’udienza in Corte di Cassazione che doveva decidere sul ricorso presentato dagli avvocati dei fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori napoletani del settore ambientale condannati per traffico illecito di rifiuti, concernente la confisca del loro patrimonio, per un valore di oltre 200 milioni di euro.

La Suprema Corte doveva pronunciarsi sull’efficacia della decisione della Corte d’Appello di Napoli, che a fine giugno aveva depositato il provvedimento che confermava la confisca, ma in ritardo rispetto ai termini; una circostanza contestata dai legali dei Pellini (gli avvocati Francesco Picca, Stefano Preziosi e Paola Tafuro), che hanno così presentato ricorso per Cassazione chiedendo alla Corte di dichiarare l’illegittimità del provvedimento della Corte d’Appello. Anche per il sostituto procuratore generale, a questo punto, la confisca sarebbe illegittima ma l’ultima parola spetta ai giudici.

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