Quattro persone sono state portate a processo a Roma con l’accusa di diffamazione in concorso, poiché avrebbero cercato di influenzare le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Tra gli imputati ci sono due cittadine americane che avrebbero chiesto a un avvocato italiano documenti falsi per tentare di alterare il risultato del voto del 2020. Il processo è già in corso e verrà aggiornato il prossimo 3 aprile.

Tutto è cominciato con la denuncia presentata da Leonardo Spa, parte lesa nel procedimento. L’avvocato Alfio D’Urso, su richiesta di Maria Strollo Zack, leader dell’organizzazione “Nations In Action”, e di Michelle Roosevelt, presidente di Usaerospace Ink, avrebbe diffuso attraverso internet un “General Affidavit” a firma D’Urso. Questo documento attestava falsamente che un dipendente di Leonardo Spa di nome Arturo D’Elia avrebbe dichiarato all’autorità giudiziaria di Napoli di aver partecipato a una campagna di hackeraggio utilizzando la tecnologia satellitare messagli a disposizione dall’azienda. L’obiettivo di questa campagna sarebbe stato quello di alterare il risultato delle elezioni presidenziali americane del 2020, anche se in realtà tale evento non si è mai verificato.

Il processo è ancora in corso e si svolge davanti a un giudice monocratico. Sarà interessante seguire gli sviluppi di questa vicenda e vedere quali saranno le conseguenze per gli imputati. L’accusa di diffamazione in concorso è molto seria e potrebbe comportare conseguenze legali significative. Resta da capire se le prove presentate in tribunale saranno sufficienti a dimostrare la colpevolezza degli imputati o se invece si tratta di una semplice accusa infondata. Solo il tempo potrà darci una risposta definitiva.

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