Quattordici anni di carcere per Vincenzo Ucciero, condannato per associazione a delinquere, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi. Il processo si è svolto con rito ordinario, mentre gli altri indagati hanno optato per il rito abbreviato. I giudici del tribunale di Napoli Nord hanno anche stabilito che Ucciero dovrà essere sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata per 3 anni. Inizialmente, i pubblici ministeri avevano richiesto una pena di 18 anni di carcere.

Secondo l’accusa, Vincenzo Ucciero e Oreste Reccia erano i capi del nuovo cartello della camorra che cercava di riappropriarsi dei territori di Villa Literno, Aversa, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino e Giugliano in Campania attraverso estorsioni ai danni degli imprenditori locali per conto degli ‘amici di Casale’.

Secondo i magistrati, ogni membro del gruppo contribuiva al meccanismo mafioso con l’unico scopo di favorire gli esponenti della ‘vecchia guardia’ del clan dei Casalesi, al fine di mantenere il controllo dei territori che un tempo appartenevano ad altri gruppi criminali come Schiavone, Zagaria, Bidognetti e Iovine. Il loro modus operandi comprendeva estorsioni, violenze fisiche e l’utilizzo di armi illegalmente detenute e spesso nascoste nelle abitazioni dei membri del sodalizio criminale. Una delle vittime ha presentato una costituzione di parte civile con l’avvocato Mario Griffo.

In conclusione, la condanna di Vincenzo Ucciero rappresenta un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata nella regione campana. La sentenza dimostra che la giustizia è in grado di colpire anche i vertici dei cartelli mafiosi, garantendo sicurezza e speranza per i cittadini onesti.

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