La Suprema Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d’Appello di Napoli riguardo agli effetti civili. Secondo la Suprema Corte, l’esercizio di un diritto soggettivo può essere considerato un comportamento illecito.

Tutto è iniziato con la denuncia di una giovane coppia che è stata avvicinata dal creditore di un bene pignorato. Il creditore ha proposto loro di non partecipare all’asta di un immobile occupato dalla coppia se avessero pagato il debito del debitore esecutato.

Nel processo di primo grado, la coppia si è costituita parte civile con l’assistenza legale dell’avvocato Salvatore Vecchia. Il cittadino di Montecalvo Irpino è stato condannato, ma successivamente assolto dalla Corte d’appello di Napoli.

La coppia ha impugnato la sentenza in Cassazione per quanto riguarda gli effetti civili. La comunicazione della sentenza della Cassazione è stata resa nota ieri, affermando un principio di diritto spesso dibattuto in giurisprudenza.

L’avvocato Vecchia ha commentato la sentenza della Suprema Corte, sottolineando l’importanza del principio affermato. Secondo l’avvocato, anche l’esercizio di un diritto, come partecipare a un’asta, può costituire un reato se lo scopo della partecipazione non è ritenuto degno di tutela dall’ordinamento giuridico.

A seguito della sentenza della Cassazione, il processo proseguirà davanti alla Corte d’appello per quanto riguarda l’aspetto risarcitorio.

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