Aldo Bianchini

Uno dei recenti cani salvati dal lager di Casaluce
VALLO di DIANO – Qualche giorno fa il quotidiano “Il Mattino” (sicuramente il giornale più prestigioso della nostra regione) ha titolato “Sono come beni deperibili – Adottati i 400 cani del lager”; e il giornale faceva riferimento alla “INNOVATIVA SENTENZA PER LA STRUTTURA POSTA SOTTO SEQUESTRO NEL CASERTANO: È IL “MODELLO CASALUCE”. Il modello Casaluce, per chi ancora non lo sapesse, è la tipica espressione giudiziaria per indicare la qualità pessima di un fenomeno che ha coinvolto, e coinvolge, tragicamente alcune strutture casertane per la custodia dei cani randagi.

LA STORIA:
ROMA L’ultima cagnolina ad essere stata adottata è una giovane Labrador nera. Poche ore prima di lasciare alle spalle l’inferno, ha dato alla luce due bellissimi cuccioli. L’incubo dell’allevamento “lager” di Casaluce, dove gli animali venivano maltrattati, denutriti e lasciati morire, è finito ieri mattina. Gli oltre 400 cani che vi erano rinchiusi hanno finalmente ricevuto il loro regalo di Natale: una famiglia che saprà amarli per sempre. Sono giorni di festa per il Partito Animalista Italiano e per tutti i volontari che negli ultimi due mesi si sono presi cura dei cuccioli, dopo aver denunciato per primi le condizioni agghiaccianti in cui versava il canile in provincia di Caserta. Lo scorso 20 ottobre, con un provvedimento della Procura di Napoli Nord, gli animali sono stati sequestrati dai carabinieri e affidati alla custodia di Carmine Munno, referente locale del Pai e membro dell’associazione Stop Animal Crime. Con gli ultimi 12 esemplari adottati il 22 dicembre, il silenzio ha finalmente preso il posto degli abbai disperati che per mesi hanno rimbombato nella struttura.

Ma l’animal crime, verrebbe da chiedersi, è veramente finito o si è trattato di una tappa intermedia di un problema vastissimo che potrebbe coinvolgere anche altre strutture del casertano e non solo, come si sussurra da più parti.
Tuttavia, da diverse parti d’Italia si continua ad affidare i cani randagi alle numerose strutture presenti in quella zona del casertano tra Francolise e Casaluce, che distano tra loro meno di trenta chilometri. Una zona come quella compresa tra Polla e Casalbuono; zona in cui è attiva una sorta di specializzazione nazionale nella cura (si fa per dire!) dei cani randagi catturati in diverse zone d’Italia da ditte (queste sì!) seriamente specializzate nella cattura e nel temporaneo mantenimento dell’animale più amico dell’uomo.

Non fa eccezione, come ho scritto nell’episodio precedente, il comprensorio del Vallo di Diano che, seppure detentore di un canile all’avanguardia, spende soldi pubblici per affidare i cani catturati a strutture del casertano.
Il caso riguarda il Comune di Padula che ha pagato la somma di € 16.645,09 (sedicimilaseicentoquarantacinque,nove – euro) a favore della ditta “Dog’s Town srl” (Via Brezza – 81050 FRANCOLISE – CE) con la seguente causale “Servizio di cattura, mantenimento e custodia cani randagi catturati sul territorio comunale nel periodo da gennaio a marzo del 2023”.
Nella determina, approvata con il n. 53 il 16 febbraio 2023, si parla di “proroga” del servizio; da ciò si deduce che tale servizio era sicuramente attivo anche nei mesi precedenti ai tre mesi di riferimento del pagamento; e potrebbe anche essere stato rinnovato per i mesi successivi a marzo ’23 (ma di questo non ho ancora notizie certe); nella stessa determina, giustamente, si fa riferimento all’attenta attività della Dog’s Town srl, che tiene traccia di tutti i passaggi dell’incarico con l’indicazione degli affidamenti, dei decessi e della custodia.
Un servizio sicuramente lodevole, come ho scritto, a patto però che vengano garantite tutte le condizioni necessarie affinché un cane affidato non finisca in un lager senza ritorno.
Quello di Casaluce è sicuramente un caso da seguire.

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