Accuse archiviate per false testimonianze e omissioni nella gestione di affidamento di due minori. L’assistente sociale del Comune di Positano e l’ex comandante della stazione carabinieri erano stati citati in una denuncia da una donna nigeriana, che li aveva accusati di diffamazione, falsa testimonianza e rifiuto di atti d’ufficio durante le fasi di separazione dal suo compagno residente in Costiera.

La storia ha avuto inizio nel 2018, quando la donna straniera, residente tra Positano e il nord Italia, ha avuto una relazione con l’uomo che sarebbe diventato il padre delle sue due figlie. La relazione si è poi interrotta, portando alla separazione. I minori sono stati affidati al padre.

La donna ha quindi presentato due denunce, ritenendo che il comportamento dell’assistente sociale e del carabiniere l’abbia danneggiata nel momento in cui si doveva decidere a chi affidare i figli. In particolare, l’assistente sociale è stata accusata di aver diffamato la donna in una relazione trasmessa al tribunale civile di Salerno. Mentre il comandante della stazione carabinieri è stato accusato di aver rifiutato di raccogliere le denunce presentate dalla straniera e di aver dichiarato il falso, come l’assistente sociale, nel procedimento civile. Tuttavia, queste accuse non hanno trovato riscontri.

Secondo il Gip, infatti, non emergono elementi che possano far ritenere che gli indagati abbiano reso dichiarazioni false o diffamatorie, o che abbiano omesso atti del loro ufficio al fine di danneggiare la persona offesa. Al contrario, emerge che entrambi hanno svolto le loro funzioni con diligenza e nel rispetto delle procedure, in una complessa vicenda familiare caratterizzata da un grave conflitto tra le parti.

Anche la Procura di Salerno ha chiesto l’archiviazione del caso. L’assistente sociale era difesa dall’avvocato Marco Senatore. Allo stato attuale, si sta valutando una contro denuncia per il reato di calunnia.

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