Il giudice Marilena Albarano non ha risparmiato parole forti nei confronti dell’uomo di 39 anni di Eboli, colpevole di aver commesso un orribile crimine. La sentenza di primo grado, redatta in 23 pagine, ha condannato il cosiddetto fotografo di nudo artistico a sette anni di reclusione per lo stupro di una bambina di 11 anni di Battipaglia.

La terribile violenza è avvenuta il 4 luglio del 2022, quando l’uomo ha abusato della piccola Giorgia all’interno di una Opel Mokka, parcheggiata vicino a una fabbrica di computer nella zona industriale. Questo non è l’unico reato di cui si è reso colpevole, infatti è stato anche trovato in possesso di un enorme archivio di materiale pedopornografico, composto da 101 file, presenti sui suoi dispositivi elettronici.

Il fatto che il colpevole sia il figlio di un noto medico dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Eboli rende ancora più scioccante questa vicenda. Il giudice Albarano ha sottolineato che l’uomo non ha mostrato alcun segno di pentimento per i suoi crimini, confermando la sua pericolosità e la necessità di una condanna severa.

La sentenza emessa dal gip rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la pedofilia e la violenza sui minori. È fondamentale che la giustizia sia fatta e che i responsabili di tali atti vengano puniti nel modo più adeguato.

Oltre alla condanna alla reclusione, è auspicabile che l’uomo sia sottoposto a un percorso di recupero e riabilitazione, al fine di evitare che possa nuovamente mettere a repentaglio la vita e l’incolumità di altre persone, in particolare dei minori.

La società nel suo complesso deve fare la sua parte per prevenire e combattere la pedofilia. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questo grave problema e fornire strumenti adeguati per la tutela dei minori, come ad esempio l’educazione sessuale nelle scuole e il sostegno alle vittime.

Solo attraverso un impegno collettivo potremo sperare di creare un mondo più sicuro per i nostri bambini, in cui nessuno si senta al riparo dalla giustizia e in cui le vittime possano trovare il sostegno e la giustizia che meritano.

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