Durante la mia visita al carcere di Salerno-Fuorni ho potuto constatare due problemi ricorrenti: la mancanza di personale della polizia penitenziaria e le traduzioni non effettuate per le visite mediche specialistiche, a causa della carenza di personale. Nonostante il carcere sia previsto per ospitare 243 agenti, attualmente ne sono presenti solamente 89, in un contesto di sovraffollamento. Spesso, nel tardo pomeriggio e durante la notte, ci sono solamente 6 agenti per l’intero istituto, orari critici per diverse ragioni. Ho intenzione di segnalare queste gravi carenze al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Durante la mia visita, mi sono recato nella sezione femminile, in alcuni reparti delle sezioni maschili e nell’articolazione psichiatrica. Attualmente, il carcere ospita 540 detenuti, di cui 40 donne. Sono stato accolto dalla direttrice Gabriella Niccoli, dal comandante Carolina Arancio e dalla responsabile dell’Area giuridico-pedagogica Monica Innamorato. Le donne che ho incontrato sono soddisfatte delle attività avviate all’interno dell’Istituto. Al contrario, i detenuti lamentano la mancanza di attività di trattamento, ludiche e ricreative. Molti di loro hanno problemi di salute e denunciano ritardi nelle visite mediche specialistiche o negli ospedali a causa della mancanza di personale per le traduzioni e anche per le visite specialistiche all’interno del carcere. Alcuni segnalano in particolare ritardi nelle relazioni degli assistenti sociali dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) con la Magistratura di Sorveglianza. Inoltre, il sovraffollamento delle celle è un problema presente in ogni reparto dell’Istituto.
È fondamentale che vengano affrontate queste criticità, garantendo alle persone detenute un trattamento dignitoso e rispettoso dei loro diritti. È necessario incrementare il personale della polizia penitenziaria per garantire la sicurezza all’interno del carcere e assicurare che le traduzioni vengano effettuate per le visite mediche specialistiche. Inoltre, occorre potenziare le attività trattamentali, ludiche e ricreative per favorire il recupero e la riabilitazione dei detenuti. È altresì importante garantire un adeguato supporto medico e sociale, riducendo i ritardi nelle visite e migliorando le relazioni con gli assistenti sociali dell’UEPE.
Il sovraffollamento delle celle rappresenta un problema che va affrontato con urgenza, in quanto compromette la dignità e il benessere dei detenuti. È necessario adottare misure per ridurre la sovraffollamento, come l’individuazione di alternative alla detenzione per i reati minori e l’implementazione di programmi di reinserimento sociale.
Il sistema penitenziario italiano deve garantire il rispetto dei diritti umani e la tutela della dignità delle persone detenute. È responsabilità delle istituzioni competenti intervenire tempestivamente per risolvere le criticità evidenziate e migliorare le condizioni di vita all’interno dei penitenziari. Solo così si potrà promuovere la rieducazione e la reintegrazione dei detenuti nella società.