Petali e foglie – di Claudia Izzo

Sembrano perle, tante, contornate da foglie oblunghe ed entrano nelle nostre case a Capodanno per una questione di buon auspicio. E’ il vischio, pianta epifita, che necessita di un ospite per l’approvvigionamento di azoto.

L’usanza di appenderlo in casa durante le celebrazioni di Natale e le feste di fine anno risalirebbe all’Inghilterra di fine ‘800 ed è Charles Dickens a scrivere per la prima volta, nel 1836, circa l’usanza del bacio scambiato sotto. La tradizione detta infatti di baciarsi la notte di Capodanno sotto il vischio per proteggere l’amore e gli innamorati.

Il tutto nascerebbe da una leggenda che ha per protagonista la sposa del Dio Odino, Freya, protettrice degli innamorati. La dea aveva due figli, Balder e Loki, quest’ultimo tanto invidioso del primo da volerlo morto. Una sorta di Caino e Abele.

Freya per proteggere il primo figlio chiese così l’intervento dei quattro elementi, terra, aria, acqua, fuoco; degli animali, delle piante, ma dimenticò di chiederlo al vischio, una pianta che vive a metà tra cielo e terra. Intrecciando proprio un ramo di vischio e facendone una freccia, il fratello minore uccise il maggiore. Le lacrime di Freyda, versate per il figlio caddero anche sul ramo di vischio. Di qui, il vischio si trasformarono in bacche dal colore perlaceo e Balder ritornò alla vita. Dalla morte alla vita.

Dalla grande felicità, Freya ringraziò la pianta con un bacio e da allora volle che chiunque passasse sotto un albero di vischio si scambiasse un bacio in segno dell’amore, in grado di sconfiggere la morte. Ecco perché baciarsi sotto il vischio è segno di vero amore.

L’altra leggenda vede un vecchio mercante vivere da solo, senza amici né figli, intento solo a guadagnare. Avido e solitario, una notte di dicembre, dopo aver contato i suoi soldi, uscì a fare una passeggiata e si sentì chiamare “Fratello vieni!”. Strano per una persona completamente sola che evitava contatti con chiunque! L’uomo si sentì toccato da quell’invito. Si unì così alla folla che procedeva verso una grotta. Durante il tragitto egli ascoltava tante storie di povertà da parte di coloro che gli camminavano accanto. Giunti alla Grotta di Betlemme, vide che tutti avevano portato un dono, anche se poveri.

Inginocchiatosi disse: “Signore, ho trattato male i miei fratelli, perdonami!” e scoppiò in un pianto sincero appoggiandosi ad un arbusto. Al sorgere del sole le lacrime risplendettero come perle tra le foglie. Era nato il vischio.

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