La recente svolta nel caso del mandante che ha deciso di far uccidere la sua ex ha accelerato anche le indagini per identificare il killer finora sconosciuto. Secondo gli investigatori, il killer sembra essere poco “professionale” in base agli elementi raccolti finora. Ha sparato un solo colpo con un’arma di piccolo calibro contro Annarita Taddeo e non si è accorto che la donna era ancora viva. Successivamente ha preso i due telefoni della vittima e li ha gettati poco distante dal luogo del ferimento, senza riuscire a cancellarne la memoria. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire le minacce inviate da Nicola Fallarino, il mandante, dalla sua cella di Agusta, grazie ai telefoni ritrovati. La Squadra Mobile, guidata dal vice questore Flavio Tranquillo, sta seguendo una precisa pista per identificare anche il killer, ma vogliono basare il loro identikit su solide prove. Le perquisizioni nelle case di persone legate a Nicola Fallarino avevano lo scopo di cercare conferme ai loro indizi.

Gli investigatori sono convinti che se è stata una sola persona a sparare ad Annarita Taddeo, il killer si è avvalso di diverse complicità nella fase preparatoria e nella fuga. Qualcuno si è preoccupato di procurare il ciclomotore utilizzato dal killer, rubato ad agosto a Napoli e poi trasportato in città. Dopo il ferimento, è stata individuata la targa del ciclomotore grazie a una telecamera, ma è stata fatta sparire e non è stata ancora recuperata nonostante le ricerche nella zona.

Nel frattempo, questa mattina, Nicola Fallarino sarà interrogato nel carcere di Agusta per rogatoria, su richiesta del Gip Roberto Nuzzo. Il suo collega di Siracusa sarà presente durante l’interrogatorio tramite videoconferenza, così come l’avvocato Domenico Dello Iacono, difensore di Fallarino. Potrebbe essere presente anche il sostituto procuratore Stefania Bianco, che ha coordinato le indagini. Considerando che il suo avvocato non ha ancora accesso agli atti, è probabile che Fallarino possa fare solo alcune dichiarazioni spontanee.

In questa vicenda, è emersa ancora una volta la facilità con cui i detenuti dell’istituto di pena di Agusta riescono a comunicare con l’esterno tramite telefoni cellulari. Durante il blitz collegato all’incriminazione di Fallarino, sono stati sequestrati altri 3 dispositivi nella struttura. Tuttavia, non possiamo dimenticare che a maggio c’è stato un altro blitz con indagati anche di Benevento, proprio per i contatti tra i detenuti e i loro parenti e conoscenti, nonché per l’arrivo di telefoni cellulari e droga nel carcere. Sono state emesse 11 incriminazioni e il processo è ancora in corso davanti al Gup di Agrigento, con la prossima udienza fissata per il 16 gennaio e alcuni indagati che hanno richiesto il rito abbreviato.

Intanto, il sindaco Clemente Mastella ha preso posizione sulla svolta di questo caso, affermando che tutti hanno il dovere di preservare il territorio da ogni forma di mafia o camorra, rifiutando di sottovalutare la minaccia. Il Sannio e Benevento sono caratterizzati da una comunità operosa, onesta e basata su valori che contrastano la violenza e l’oppressione. Sono sicuro che un’alleanza completa e una convergenza tra istituzioni e società civile permetteranno di mantenere il livello di sicurezza che ha contraddistinto il nostro territorio negli ultimi decenni. “Libera” plaude alla Procura della Repubblica e alla Squadra Mobile, affermando che sono riusciti a neutralizzare “una bomba a orologeria” che ha portato alla luce le complicità interne ed esterne della criminalità organizzata.

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