“Lettera di una bambina abusata: ‘Mi sento sola senza di voi'”

Una lettera scritta a penna, carica di tristezza e malinconia, è stata inviata dalla bambina più grande delle due cugine abusate lo scorso estate a Caivano. Dopo essere stata allontanata dalla madre, la bambina si sente sola e pensa ogni giorno ai momenti divertenti trascorsi con lei e ai suoi fratelli. La mancanza del padre e di tutto ciò che aveva la rende infelice e si sente come se stesse morendo. Non vede l’ora di poterli incontrare di nuovo e tornare tutti insieme. Nonostante ciò, vuole che i genitori sappiano che li ama.

L’avvocato Angelo Pisani, che segue il caso da quando la madre di una delle bambine si è affidata a lui per la tutela legale, è profondamente colpito dalla lettera. Non sa più cosa fare, poiché la madre chiede disperatamente di incontrare la figlia da settimane, e sperava di poter farlo almeno a Natale. Tuttavia, non ha ricevuto alcuna chiamata o permesso di inviare un regalo. Pisani non riesce a capire perché ci sia così tanta ostilità nei confronti della madre.

Ripercorrendo gli eventi, la madre delle cugine abusate ha lanciato un appello disperato a ottobre, chiedendo aiuto a chiunque potesse offrirlo. Dopo che il Tribunale ha deciso di affidare le bambine alle case famiglia, la madre non è mai riuscita ad avere un contatto con loro, nonostante le richieste ripetute dell’avvocato. Lacrime, proteste, interviste televisive e documenti ufficiali non hanno sortito alcun effetto. Ora è la bambina stessa a esprimere il suo malessere, essendo l’anello più fragile della catena, con meno di quattordici anni. Ha vissuto al parco Verde, ha subito lo stupro e desidera rivedere i genitori e i fratelli. Pisani chiede come si possa ignorare la sua voce. Riconosce che la madre ha avuto problemi di alcol in passato, ma sottolinea che ora sta seguendo un percorso terapeutico e ha lasciato Caivano.

L’avvocato Pisani continua a lottare per la madre, sostenendo che meriti una seconda possibilità. Spera che l’appello della bambina non venga ignorato, poiché ha già sofferto abbastanza e non ha bisogno di ulteriori traumi. Nel frattempo, la madre non si arrende e cerca con determinazione di ricostruire la sua famiglia. Chiede di essere messa alla prova e dimostra di essere realmente cambiata. Prega di poter rivedere i suoi figli, anche solo per una telefonata, perché ha bisogno di sentire la loro voce e non vuole che pensino di essere stati abbandonati. Non le è stato permesso di inviare regali di Natale e si chiede perché non possa incontrare nessuno dei suoi tre figli.

La donna rispetta le decisioni del Tribunale, ma chiede perché non le sia permesso avere contatti con i suoi figli. Sottolinea che esistono incontri “protetti” in cui i genitori possono vedere i propri figli in presenza di altre persone e fa notare che anche i detenuti possono abbracciare i propri familiari. Chiede una risposta e assicura di essere una buona madre nonostante gli errori commessi in passato.

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