Palazzo Fienga, fumata nera in Prefettura. I commissari: “Il destino nelle mani del prossimo sindaco”

Dopo la convocazione della scorsa settimana, questa mattina si è tenuto l’atteso incontro per decidere il futuro di Palazzo Fienga a Torre Annunziata. All’incontro erano presenti il direttore dell’agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, il direttore dell’agenzia del demanio di Napoli, i componenti della commissione straordinaria del Comune di Torre Annunziata, il sovrintendente ai beni archeologici, belle arti e paesaggio dell’area metropolitana di Napoli, il commissario straordinario per Palazzo Fienga e i vertici delle forze dell’ordine.

Al centro della discussione c’erano i due progetti attualmente in esame. Il primo prevede la realizzazione di una cittadella della legalità, con presidi, uffici e alloggi per la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Giudiziaria, la Polizia Metropolitana e la Polizia Locale di Torre Annunziata. Il secondo progetto, proposto dai commissari straordinari di Torre Annunziata, prevede l’abbattimento dell’edificio e la creazione di un grande parco verde.

Durante l’incontro, le parti hanno discusso dei pro e dei contro di entrambi i progetti, cercando di individuare la soluzione più idonea per riqualificare il quartiere, che per troppo tempo è stato controllato dal clan Gionta, e per riaffermare la presenza dello Stato in quel territorio. Il commissario straordinario di Torre Annunziata, Enrico Caterino, ha commentato positivamente l’esito dell’incontro, sottolineando che la decisione definitiva sul futuro di Palazzo Fienga spetterà alla politica, che sarà chiamata a pronunciarsi dopo le elezioni comunali previste per la primavera del 2024.

Palazzo Fienga, conosciuto come “il palazzo della morte”, è stato sgomberato nel 2015 e rappresentava il centro di potere della famiglia Gionta. Ora attende di conoscere il proprio destino, che sarà determinato dalla riqualificazione dell’area. Il prossimo sindaco dovrà valutare attentamente la scelta più adatta per evitare che lo Stato faccia un altro passo falso.

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