La Cassazione dà ragione a Maradona: sconfitta l’accusa di evasione fiscale

La lunga vertenza legale riguardante l’evasione fiscale di Diego Maradona è giunta a una svolta. I giudici della Cassazione hanno accolto il ricorso presentato dagli eredi del campione argentino contro l’accusa di evasione fiscale di 37 milioni di euro.

La questione risale agli anni Ottanta, quando il Napoli versava compensi a Maradona per i diritti di immagine su conti esteri, precisamente nel Liechtenstein. Si configurò quindi un’evasione fiscale di 40 miliardi di lire, che nel corso degli anni è aumentata fino a raggiungere la cifra di 37 milioni di euro, di cui più della metà rappresenta interessi di mora.

La sezione tributaria della Cassazione, presieduta da Roberta Crucitti, ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Massimo Garzilli, che rappresenta Diego Armando Maradona insieme all’avvocato Angelo Pisani. La vicenda è stata quindi rimandata alla commissione tributaria della Campania, che dovrà esprimersi nuovamente sulla questione. In caso di un giudizio definitivo negativo, eventuali debiti residui ricadrebbero sugli eredi di Maradona.

L’avvocato Angelo Pisani, storico difensore di Maradona, ha commentato la sentenza della Cassazione sottolineando che essa sancisce che Maradona non è stato un evasore fiscale, annullando tutte le precedenti decisioni che lo avevano visto soccombente. Pisani fa inoltre notare che la sentenza va contro il parere negativo espresso dal sostituto procuratore generale della Cassazione Alessandro Pepe.

Con il pronunciamento del 14 dicembre scorso, la Cassazione ha confermato la precedente decisione del 2021 e ha rimesso la decisione finale alla commissione tributaria regionale per calcoli e spese legali. Tuttavia, Pisani sostiene che la questione può essere considerata chiusa, in quanto dai calcoli risulta che Maradona non deve nulla al Fisco italiano.

Maradona era stato accusato di evasione fiscale per un importo di 6 milioni di euro, che poi era lievitato fino a 40 milioni a causa di interessi e sanzioni nel corso degli anni. Il campione argentino, affiancato da Pisani, ha intrapreso una battaglia legale che è stata ora vinta, anche se Maradona non ne verrà mai a conoscenza.

Pisani fa notare che la questione avrebbe potuto essere risolta già nel 2009 con un’istanza di autotutela presentata quando Maradona era tornato in Italia. Tuttavia, l’istanza era stata rigettata dall’Agenzia delle Entrate e non era stata rivalutata da altri giudici.

È importante ricordare che in realtà l’accertamento fiscale era già stato annullato dalla Giustizia italiana grazie a un ricorso presentato dalla Società Sportiva Calcio Napoli, all’epoca guidata da Ferlaino, che aveva aderito cautelativamente a un condono per evitare futuri equivoci. Ora l’avvocato Angelo Pisani si chiede chi risarcirà i danni personali, patrimoniali e all’immagine subiti da Maradona per trent’anni, oltre alla storia e ai valori dello sport.

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