NAPOLI. La morte di Alexandro Esposito, 32enne di Miano trovato senza vita nel carcere di Poggioreale, è ancora avvolta dal mistero. Non si sa ancora se si tratti di una spedizione punitiva o di una violenta reazione a una lite in corso. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario. Durante una prima ispezione del cadavere, è stato riscontrato un abbondante fuoriuscita di liquido dalla bocca del detenuto.

I familiari di Esposito, rappresentati dall’avvocato Onofrio Annunziata, sono ancora sotto shock per la terribile notizia e chiedono chiarezza. Hanno nominato un consulente per l’autopsia, dalla quale si spera di ottenere la verità. Tra le ipotesi di indagine sulla morte di Alexandro Esposito nel carcere di Poggioreale, c’è quella di omicidio. Durante un primo esame del corpo, sono stati riscontrati segni di violenza, in particolare un versamento di liquido e un ematoma, che l’autopsia potrà chiarire.

La Procura ha aperto un’indagine sulla vicenda dopo il sequestro del fascicolo e del corpo. Sono stati effettuati rilievi nella cella dalla Scientifica e sono stati già ascoltati i due compagni di detenzione della vittima. Alexandro Esposito era recluso nel reparto al piano terra del penitenziario “Giuseppe Salvia”. È quindi un mistero che riflette il profondo malessere che si vive nelle carceri.

Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp, ha lanciato l’allarme sulla situazione a Poggioreale, denunciando che la politica è sempre più lontana dall’affrontare l’emergenza carceraria. Si teme che ci possano essere altre rivolte, come già accaduto all’inizio dell’anno, a causa di un diffuso senso di impunità.

Samuele Ciambriello, garante regionale dei detenuti, interviene sulla questione affermando che le carceri italiane e campane sono piene di tossicodipendenti e malati psichici denunciati dai familiari. La mancanza di servizi e il fallimento di alcuni Sert e Dipartimenti di salute mentale sono evidenti a tutti, così come l’indifferenza della maggior parte delle persone verso queste categorie di individui.

Alexandro Esposito stava scontando una condanna a 3 anni e 8 mesi per maltrattamenti in famiglia e sarebbe tornato in libertà tra meno di un anno. L’avvocato Annunziata, che assiste i familiari del defunto, spiega che da tempo avevano richiesto una perizia psichiatrica, ma nessun giudice ha mai acconsentito. La famiglia è sconvolta per quanto accaduto e ha molte domande che aspettano risposta. Nomineranno un consulente per arrivare fino in fondo alla vicenda.

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