L’ex vicesindaco di Castel Volturno, Lorenzo Marcello, ha dichiarato di non essere un camorrista e di provare grande amarezza per le accuse che gli sono state mosse. Durante l’udienza del processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi negli appalti del comune, Marcello ha chiesto di essere scagionato e ha spiegato di essere estraneo alle vicende che lo coinvolgono come collettore del clan per la concessione di permessi edilizi per la realizzazione di alcuni hotel. Ha sottolineato che le licenze su cui ha apposto la sua firma erano lecite e che, quando sono state riscontrate irregolarità, è stato il primo a segnalarle per revocarle. Ha inoltre smentito le accuse riguardanti i voti ottenuti grazie al clan camorristico, dichiarando che non era nemmeno candidato alle elezioni citate. Il processo riguarda anche gli ex sindaci di Castel Volturno Francesco Nuzzo e Antonio Scalzone, oltre ad altri membri delle giunte e dipendenti comunali. Le accuse mosse riguardano concorso esterno ad associazione a delinquere di stampo mafioso, concussione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e omissione in atti di ufficio. L’inchiesta principale riguarda la realizzazione di un centro commerciale, l’appoggio elettorale al sindaco Nuzzo da parte del clan dei Casalesi e le minacce ai rispettivi sindaci concorrenti. Le contestazioni riguardano l’illegalità degli atti amministrativi compiuti dalle amministrazioni comunali in cambio di tangenti. Il processo riprenderà a marzo per la requisitoria del sostituto procuratore della Dda di Napoli. Gli avvocati della difesa sono impegnati nella difesa degli imputati.

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