Denuncia shock sulle condizioni inumane al Pronto Soccorso di Aversa

Una denuncia drammatica arriva da un docente di San Marcellino riguardo alle condizioni inumane in cui sono costretti a vivere i pazienti al Pronto Soccorso di Aversa. La denuncia è stata fatta da un figlio disperato che ha assistito alla terribile situazione vissuta dalla madre, una signora anziana affetta da demenza, la cui permanenza in ospedale si è purtroppo conclusa con il decesso.

Tutto è iniziato l’11 dicembre quando la donna è stata ricoverata al Pronto Soccorso per insufficienza respiratoria. I familiari, disorientati dalla situazione di emergenza, sono stati costretti a restare fuori, impotenti di fronte alle necessità fisiologiche della loro cara parente.

Dal racconto del figlio emerge un quadro agghiacciante: “Mia mamma, senza assistenza, ha trascorso giorni nell’ospedale affetta da polmonite, nonostante le analisi del sangue non ne abbiano rilevato la presenza”.

La mancanza di personale e di attenzione alle necessità più basilari ha portato la signora a vivere in condizioni disumane. “Il reparto era deserto, nessun operatore in vista. Sentivamo solo lamenti e suppliche di chi aveva bisogno di aiuto”, afferma il figlio. Solo dopo insistenze è riuscito ad entrare, scoprendo un ambiente insostenibile: “Macchie di sangue a terra, barelle sporche e una totale assenza di igiene. E mia mamma è stata lasciata senza coperte e lenzuola”.

Il figlio stesso si è visto costretto a portare da casa delle coperte per dare un minimo di comfort alla madre. Dopo tre giorni, la donna è stata trasferita nel reparto di Medicina Generale. Le immagini dipinte dalla testimonianza sono scioccanti: braccia e mani martoriate, sangue ovunque. “Io stesso ho toccato il sangue di tutti”, dichiara il professore. “E se chiedevo a un’operatrice la pulizia per mia madre venivo subito accolto con minacce. Più volte ho sentito dire: ‘Vuole essere cacciato dal reparto?’ È davvero inaccettabile”.

La situazione è peggiorata quando la donna ha contratto un’infezione ospedaliera. Il figlio denuncia la mancanza di interventi da parte del personale medico e racconta di altri casi simili segnalati dai parenti di altri pazienti. “La caposala ha detto ‘ci stiamo noi e vediamo tutto noi’, ma non sempre erano pronte a dare sostegno e cure a mia mamma”, afferma il figlio, rivelando un atteggiamento di negligenza da parte del personale sanitario. “Mia madre non riusciva nemmeno a suonare il campanello per l’emergenza, è stata sempre sola. Sono stato costretto io a misurarle la febbre e la saturazione: 41° e 76 di saturazione. Tutti elementi non ‘calcolati’ dai medici. Che hanno poi portato alla morte della mia cara mamma”.

Questa denuncia mette in luce gravi carenze nell’assistenza sanitaria e solleva innumerevoli interrogativi sulla gestione delle emergenze sanitarie. È necessario che vengano prese misure urgenti per garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti e delle loro famiglie presso il Pronto Soccorso di Aversa.

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