In una recente lettera ricevuta dal direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, una giovane turista straniera ha espresso il suo profondo pentimento per aver rubato dei piccoli reperti di pomice durante la sua visita al sito. La turista, che ha preferito rimanere anonima, ha spedito i reperti insieme a una lettera di scuse, sperando che la restituzione potesse aiutarla a guarire da una malattia che le è stata diagnosticata.
La giovane turista ha confessato di non essere a conoscenza della presunta maledizione che aleggia attorno a Pompei e che credeva che il suo gesto avesse portato sfortuna. Convinta che la sua malattia potesse essere correlata al furto dei reperti, ha deciso di liberarsene e di chiedere perdono al direttore del Parco archeologico.
La lettera e i reperti sono stati ricevuti da Gabriel Zuchtriegel, che ha pubblicato una foto dei reperti e la lettera sulla sua pagina social. Il direttore ha risposto alla turista, augurandole buona fortuna per il futuro e concludendo con un “in bocca al lupo”.
Non è la prima volta che il Parco archeologico di Pompei riceve reperti trafugati insieme a una lettera di scuse. Nel 2020, una turista canadese ha restituito alcuni reperti rubati, raccontando di averli presi come souvenir per possedere un pezzo di storia unico, ma di aver poi attribuito la sua malattia alla presunta maledizione di Pompei.
Nonostante la commozione suscitata dalle lettere di pentimento, Gabriel Zuchtriegel ha sottolineato che il furto di reperti archeologici è un reato e che il Parco archeologico è tenuto a denunciare tali casi alle autorità competenti.
Questi episodi ci ricordano l’importanza di rispettare e tutelare il patrimonio culturale di Pompei e di altri siti archeologici. I reperti archeologici appartengono a tutti e il loro furto rappresenta una perdita irrimediabile per la storia e la cultura di un paese. Speriamo che questi gesti di pentimento possano sensibilizzare i visitatori e incoraggiare tutti a rispettare e preservare il nostro patrimonio comune.