Il ricorso presentato dalla procura di Salerno è stato accolto: i giudici del Riesame hanno riconosciuto l’ipotesi di lottizzazione abusiva per il resort di lusso realizzato sull’isola de Li Galli e hanno disposto il sequestro di altre parti della struttura considerate illegali dagli inquirenti. Questo mette fine allo scontro tra l’ufficio del procuratore Giuseppe Borrelli e il giudice del tribunale di Salerno Giandomenico D’Agostino, che aveva accolto solo parzialmente le richieste di sequestro dei magistrati. Nel provvedimento di dicembre, il giudice per le indagini preliminari aveva parlato di “totale stravolgimento della originaria destinazione” solo per il ricovero delle barche, considerando le opere accessorie “illegittime” ma non sufficienti per parlare di lottizzazione abusiva. Secondo il fascicolo delle indagini dei finanzieri, il ricovero delle barche è stato trasformato in un’area benessere.

È su questo blocco di costruzioni, che include passerelle, attracco e ormeggio per imbarcazioni, dissalatore e generatori di corrente elettrica, oltre ai terreni su cui sorgono le strutture, che è stato eseguito il sequestro preventivo e l’iscrizione nel registro degli indagati della legale rappresentante de “Li Galli di Giovanni Russo & C. snc”, Elsa Russo. Altri edifici che fanno parte della struttura, come villa Praia, villa Grande, villa Lunga e la Torre, sono stati “salvati” dal sequestro. La procura ha presentato ricorso riguardo al rigetto del sequestro per queste costruzioni, sostenendo che siano state edificate in modo irregolare, insieme alle opere di urbanizzazione già realizzate. In particolare, si tratta di un eliporto, vie di collegamento tra i vari edifici, piscine, impianto di dissalazione, condotte per l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua per uso igienico-sanitario e di irrigazione, impianto di smaltimento delle acque, passerelle di approdo. Secondo la procura, queste opere avrebbero determinato una trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio senza le autorizzazioni necessarie e in violazione delle prescrizioni urbanistiche vigenti, come il Piano Regolatore Generale adeguato al Piano Urbanistico Territoriale che impone il divieto assoluto di costruzione nella zona di interesse di “Tutela naturale”, impedendo qualsiasi trasformazione del suolo. Secondo l’accusa, i cambiamenti strutturali avrebbero coinvolto anche ruderi di origine romana e unità abitative, non condonate, gravate da vincolo archeologico, paesaggistico e monumentale. Per quanto riguarda Villa Praia, ci sarebbero state modifiche alla scala, alla pavimentazione esterna, alla copertura voltata, a due bagni, a porte-finestre e balconi, muretti e parapetti, eliscalo e deposito sotto eliscalo. Secondo la procura, l’eliscalo non risultava nei documenti di precedenti condoni. A Villa Grande, le irregolarità riguardano la piscina, il porticato, la ringhiera, la veranda, la camera sotto al terrazzo, i locali deposito e dispensa, aperture e modifiche varie. Anche a Villa Lunga ci sono problemi di volume dei vani, insieme a modifiche del terrazzino, delle scale, della cabina armadio, della piscina, della chiesa e delle sedute. In particolare, è stata contestata la demolizione del portico e le sedute vicino alla piscina realizzate in muratura con uno schienale alto 50 centimetri. La chiesa, invece, sarebbe stata costruita al posto di un locale tecnico considerato abusivo dalla procura. Infine, per quanto riguarda la Torre, la pavimentazione esterna è stata modificata, sono stati installati pannelli solari, è stata realizzata una piscina e un forno. Anche i fiorieri, secondo i finanzieri che hanno effettuato i controlli, sarebbero abusivi.

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