Inchiesta sui furti di rame nella rete ferroviaria italiana

Nell’ambito delle indagini coordinate dalla procura della repubblica presso il tribunale di Napoli Nord, la polizia ferroviaria della Campania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 47 anni di Napoli.

L’uomo è fortemente sospettato di falsificazione di atti pubblici con induzione in errore di un pubblico ufficiale e di truffa aggravata ai danni dello Stato, reati commessi in collaborazione con persone non ancora identificate, con ripetuti episodi nel 2020, 2021 e 2022.

Le indagini sono scaturite dall’attenzione particolare della Polfer nella lotta contro il fenomeno dei furti di rame nella rete ferroviaria italiana.

Nell’ultimo filone di indagine, la polizia ha scoperto che molti furti erano riconducibili alla stessa banda di origine rom del campo sito in via Carrafiello a Giugliano in Campania: molte delle auto utilizzate per i furti sono state infatti trovate proprio in quel campo rom. Successivamente, attraverso un censimento delle auto presenti nei principali campi rom della provincia di Napoli, è emerso che la maggior parte delle macchine utilizzate dai rom era intestata fittiziamente a terze persone, in particolare a una società che si occupa di compravendita di auto, di cui l’indagato è amministratore unico e rappresentante legale, e che è stato arrestato.

Dai successivi accertamenti presso il database dell’ACI, è emerso che la società risultava intestataria di circa 600 veicoli. L’indagato non ha presentato dichiarazione dei redditi per 10 anni e ha numerosi precedenti di polizia, tra cui furti, truffe, danneggiamento fraudolento di beni assicurati e falsificazione di atti pubblici.

Tutti gli elementi acquisiti supportano l’ipotesi investigativa che dietro la sua società ci sia l’attività illecita di intestazione fittizia delle auto. Ulteriori accertamenti presso la sede della società hanno infatti permesso di appurare che non c’era alcun ufficio aziendale a quell’indirizzo e nessun parco auto. La società era stata creata appositamente per consentire alle persone di utilizzare auto senza intestarle, risparmiando anche sui costi del passaggio di proprietà e sulle imposte dovute.

Infatti, le società con partita IVA per il commercio di auto godono del privilegio di intestarle attraverso una “mini voltura” (il cosiddetto mini passaggio).

Il principale vantaggio di questa procedura è l’esenzione dal pagamento dell’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT), con un notevole risparmio sui costi dell’operazione. Infatti, mentre in media il passaggio di proprietà di un’auto di potenza media costa circa 600 euro, per la società il costo è di circa 120 euro.

Inoltre, queste auto non potrebbero circolare se non con una targa provvisoria, mentre in realtà circolavano con targhe ordinarie e per scopi non certo collegabili alla futura vendita!

Che tutto ciò sia stato abilmente pianificato è stato ulteriormente dimostrato ascoltando gli ex proprietari delle auto, che hanno confermato che le macchine venivano acquistate in contanti dai proprietari ma intestate all’indagato che sfruttava i vantaggi della società.

Ieri mattina l’uomo è stato trovato dai poliziotti presso la sua abitazione a Sant’Antimo e, in esecuzione della misura cautelare, è stato portato nel carcere di Poggioreale.

Nell’ordinanza, il gip ha anche disposto il sequestro preventivo dei 630 veicoli intestati alla società. Sono in corso ulteriori indagini per individuare i complici dell’uomo.

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