Youssef Majaoui, un giovane marocchino di 21 anni, è tornato libero dopo essere stato arrestato lo scorso 29 dicembre per tentato omicidio e lesioni gravi in concorso ai danni di due fratelli albanesi. La rissa si è verificata la vigilia di Natale in Piazza Adriano, vicino all’Anfiteatro Campano.
La decisione di scarcerare Majaoui è stata presa dal giudice Alessandra Grammatica del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dopo le indagini difensive richieste dal suo avvocato Cristian Aniello. La difesa ha sostenuto che non ci sono prove sufficienti per incriminare il giovane marocchino. Durante il suo interrogatorio, Majaoui ha negato le accuse, affermando di non essere la persona ripresa nei video dell’aggressione, indossando un abbigliamento diverso.
Secondo il giudice Grammatica, le dichiarazioni di Vittorio Merola, il primo ad essere arrestato per l’aggressione, non sono state confermate e non sono sufficienti per dimostrare la colpevolezza di Majaoui. Merola, assistito dall’avvocato Carlo De Stavola, è stato identificato come il responsabile principale della rissa.
Gli altri partecipanti sono stati arrestati il 13 gennaio. Si tratta di Massimiliano Barbato, 23 anni; Giovanni Barracano, 24 anni; Cristian D’Ambrosio, 22 anni; Antonio Pio Salemma, 20 anni; Joussef Majaoiu, 20 anni. Sono assistiti dagli avvocati Cesare Gesmundo, Sergio Di Lauro, Antonio Grillo, Goffredo Grasso e Cristian Aniello.
Secondo gli investigatori, intorno alle 18:30 del 24 dicembre, al bar Juiss, è iniziata una discussione tra i due fratelli albanesi di 16 e 20 anni e i sei giovani della città. La lite si è spostata all’esterno e la violenza è diventata estrema. I due fratelli sono stati colpiti con calci, pugni e anche con una sedia utilizzata come arma. Il 16enne è stato ferito gravemente al torace, con almeno 4 colpi di un oggetto appuntito e tagliente. È stato necessario un intervento chirurgico per salvarlo, ma sembra essere in ripresa. Il fratello maggiore ha riportato lesioni gravi ma non è in pericolo di vita.
I video dell’aggressione sono stati diffusi in rete e grazie ad essi la polizia ha identificato i responsabili. Il primo ad essere identificato è stato Vittorio Merola, che ha rivelato l’identità degli altri cinque compagni. Durante l’identificazione è emerso anche un altro sospettato, un tunisino di 20 anni di nome G.O.
La decisione di scarcerare Youssef Majaoui è stata presa sulla base delle indagini e delle prove fornite durante l’interrogatorio di garanzia. Ora la giustizia dovrà fare luce su questa brutale aggressione e punire i responsabili.