Tragedia a Cellole: espianto degli organi del quarantaseienne Roberto Fusciello
Nella serata di ieri è stato eseguito l’espianto per la donazione degli organi di Roberto Fusciello, falegname quarantaseienne di Cellole. L’uomo è stato colpito da una testata al volto durante una lite avvenuta domenica sera nel centro del paese. Le procedure sono iniziate nella notte dopo che la commissione ha dichiarato la morte cerebrale di Fusciello. Il vicedirettore sanitario dell’ospedale di Sessa Aurunca, Antonino Passaro, ha firmato il certificato di morte. Il procuratore Stefania Pontillo della procura di Santa Maria Capua Vetere ha rapidamente concesso l’autorizzazione all’espianto considerando che Fusciello era un donatore volontario iscritto all’Associazione Italiana Donatori d’Organi.
L’indagine sulla tragica vicenda è guidata dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Sessa Aurunca, sotto la guida del capitano Giovanni Russo. Attualmente, la salma si trova ancora nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Rocco, dove ieri sera è giunta l’equipe sanitaria per eseguire l’espianto degli organi. Saranno donati solo i reni e il cuore dell’uomo.
La direzione sanitaria ha già attivato le forze dell’ordine per permettere l’atterraggio dell’elicottero al campo sportivo di via Raccomandata e un’ambulanza per trasferire i medici all’ospedale San Rocco. I destinatari degli organi sono stati individuati e avvisati. Le richieste sono arrivate da Napoli, Salerno e Bari. Successivamente, il corpo sarà trasferito all’istituto di Medicina legale dell’ospedale di Caserta, dove nei prossimi giorni sarà eseguito l’esame autoptico, già disposto dal magistrato che conduce l’inchiesta.
Nel frattempo, nella mattinata di ieri, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove è detenuto, si è tenuto l’interrogatorio di garanzia di Gianluca Sangiorgio, arrestato con l’accusa di aver colpito Fusciello. L’accusa nei suoi confronti è cambiata ed è adesso di omicidio volontario. L’uomo avrebbe fornito la sua ricostruzione dei fatti davanti al giudice per le indagini preliminari. La sua versione sembrerebbe collimare con quanto si vede nelle immagini delle telecamere di sorveglianza del centro scommesse, acquisite dai carabinieri dopo la lite. Sangiorgio avrebbe ammesso di aver colpito Fusciello con un paio di schiaffi e con la testata, nel tentativo di divincolarsi dopo essere stato afferrato per la maglietta. Dopo che Fusciello è caduto a terra, l’aggressore si sarebbe fermato rifugiandosi nel centro scommesse. Secondo la difesa, la lite sarebbe nata a causa di un apprezzamento fatto a una ragazza minorenne, figlia di Sangiorgio. La giovane era presente con il padre e la madre, con cui vive dopo la separazione dei genitori. I tre si erano dati appuntamento per un caffè. Sangiorgio si è detto molto dispiaciuto per l’accaduto, ammettendo di aver sbagliato, ma sostenendo che non era sua intenzione uccidere Fusciello. Il gip ha confermato l’omicidio volontario.
L’avvocato difensore di Sangiorgio, Gianluca Di Matteo, ha annunciato che chiederà la riqualificazione del capo d’imputazione per il suo assistito in omicidio preterintenzionale. Sarà l’inchiesta ad accertare quanto accaduto. Intanto, ieri, il sindaco Guido Di Leone ha dichiarato: “Piangiamo un nostro fratello, Roberto. Il mio appello è indirizzato ai giovani e alle famiglie, fermatevi e riflettete sul vostro futuro, ci saranno strade che non avranno mai la luce. Siamo vicini alla famiglia Fusciello”. Non si esclude che gli inquirenti possano sentire o ascoltare nuovamente le persone presenti in corso Freda al momento della lite, che poi è degenerata in aggressione e tragedia.