Ieri la Procura di Roma ha concluso le indagini su Aurelio De Laurentiis e il consiglio di amministrazione del Napoli riguardo all’affare Victor Osimhen. L’accusa nei confronti del presidente è “falso in bilancio”, mentre il Napoli è già stato prosciolto dalla Giustizia Sportiva. Ma cosa rischia il Napoli nel caso in cui il procuratore della FIGC Chiné trovasse nuove prove dalle carte della Procura di Roma? Sicuramente non quanto accaduto alla Juventus, poiché ci sono molte differenze tra i due casi. Alla Juventus fu contestato il ricorso sistematico al sistema delle plusvalenze, che portò alla penalizzazione di 10 punti in classifica e all’esclusione dalle coppe europee per una stagione, decisa poi dalla UEFA. In questo caso, invece, il Napoli è sotto inchiesta per una sola operazione sospetta, anche se costosa. Inoltre, a differenza della Juventus, il club campano non è quotato in Borsa. Inoltre, nelle carte a disposizione degli inquirenti non ci sarebbero intercettazioni telefoniche, ma solo testimonianze dei calciatori coinvolti. Certamente questa vicenda non è il miglior auspicio per un girone di ritorno di rilancio.

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