“Alessia è rinata a 17 anni dopo tre arresti cardiaci e una rara sindrome genetica”. Queste sono le parole cariche di emozione e gratitudine di Oleksandra Kotsiborska, ora che l’incubo vissuto insieme alla sua figlia minore si è trasformato in una storia a lieto fine. La ragazzina di San Giuseppe Vesuviano, dove la madre di origini ucraine vive da oltre 20 anni, è arrivata all’ospedale del Mare il 22 luglio scorso, in condizioni moribonde, quando le équipe medica le hanno salvato la vita.

Ora che la giovane è tornata a vivere con un defibrillatore impiantato nel cuore, Oleksandra e sua figlia hanno espresso il loro sentimento di gioia e riconoscenza in una lettera di ringraziamento indirizzata ai medici e agli infermieri dell’ospedale del Mare, che “ci hanno restituito la possibilità di un futuro e di una vita normale”. Alessia soffre di una rara sindrome cardiaca di origine genetica chiamata QT lungo, che si manifesta con aritmie ventricolari, svenimenti e il rischio di morte improvvisa. La madre racconta dei forti attacchi di tachicardia che da sempre mettono a rischio la vita di sua figlia, costretta ad assumere farmaci quotidianamente.

Probabilmente i farmaci non facevano più effetto, perché il 22 luglio scorso, intorno alle 3 di notte, sono iniziati gli episodi di perdita di conoscenza e vomito. La mamma si è messa subito al volante per portare sua figlia in ospedale il prima possibile. Mentre guidava, le condizioni di Alessia peggioravano e insieme a suo marito e alla sorella maggiore, che erano con lei, hanno chiamato il 118. L’ambulanza è arrivata in poco tempo e Alessia è stata trasportata in codice rosso all’ospedale del Mare. Le sue condizioni erano gravi, il primo elettrocardiogramma ha mostrato una tachicardia che metteva a rischio la sua vita. È stato necessario rianimare Alessia con il defibrillatore per tre volte e la mamma non dimenticherà mai la paura di perderla.

Le équipe del pronto soccorso e dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia, guidate dal primario Berardino Tuccillo, hanno salvato la giovane paziente. Dopo una fase di ricovero in Terapia Intensiva, è stato effettuato l’intervento chirurgico per l’impianto del defibrillatore automatico. Gli arresti cardiaci che si ripetevano erano la fase più critica dell’assistenza, soprattutto perché i farmaci tradizionali non funzionavano. Sono stati calibrati altri medicinali appositamente per la sua condizione clinica. L’impianto del defibrillatore, di piccole dimensioni, è stato inserito sotto la pelle per riconoscere e regolare le aritmie, evitando qualsiasi rischio di mortalità.

Le visite ambulatoriali e il monitoraggio del defibrillatore continueranno per Alessia, insieme al piano terapeutico dell’ospedale del Mare, che prevede l’utilizzo di un farmaco importato dagli Stati Uniti. Sarà anche importante il percorso di affiancamento psicologico per la giovane paziente, perché accettare una patologia che costringe a confrontarsi con la morte così giovane non è facile. La responsabile del reparto di Psichiatria, Emma D’Aietti, seguirà la ragazza e i suoi familiari in questo percorso.

Ora che l’incubo è finito, Oleksandra esprime profonda gratitudine per le équipe dell’ospedale del Mare, dai primari ai medici, dagli infermieri agli operatori socio-sanitari, che hanno contribuito, ciascuno con le proprie abilità e professionalità, a salvare la vita di sua figlia e a permetterle di vivere una rinascita.

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