L’avvocato Francesco Candela è stato condannato a 6 anni di reclusione per una serie di reati, tra cui tentata estorsione, estorsione consumata e intestazione fittizia di beni. La sentenza è stata emessa dal giudice Valeria Campanile del Tribunale di Salerno, dopo un processo abbreviato.
Nel corso delle indagini, è stata effettuata una perizia psichiatrica sull’imputato, che ha stabilito che non vi erano disturbi che potessero influire sulla sua capacità di intendere e volere.
La vicenda riguarda principalmente il tentativo di estorsione ai danni di due mercanti d’arte, commesso insieme a Fabio Iavarone, per conto del gallerista Danilo Gigante. I due avrebbero richiesto 20mila euro come risarcimento per gli anticipi sulle provvigioni che il gallerista aveva già corrisposto ai dipendenti.
I mercanti d’arte erano ex dipendenti del gallerista e, dopo aver aperto una propria attività, avevano portato via alcuni dipendenti. Il gallerista voleva ottenere un risarcimento per le provvigioni già pagate a quei dipendenti e si sarebbe rivolto a Candela e Iavarone per ottenere ciò.
La richiesta estorsiva però non ha avuto successo. Successivamente, Candela e Iavarone avrebbero costretto il gallerista a consegnare loro 4 quadri, un’autovettura, 15mila euro in contanti e altre somme di denaro per spese legali e per l’acquisto di una vasca idromassaggio.
Inoltre, Iavarone avrebbe fittiziamente intestato a Candela un’autovettura per evitare possibili misure di prevenzione patrimoniale.
Le indagini sono state condotte attraverso intercettazioni telefoniche e appostamenti da parte degli investigatori. I mercanti d’arte, sebbene sentiti dalla procura, hanno fornito dichiarazioni false e reticenti, negando di aver ricevuto richieste di denaro o di essere stati intimiditi.
Tutta la vicenda si è svolta tra ottobre 2020 e marzo 2022, alcuni mesi prima dell’arresto di Candela in un blitz che ha coinvolto anche altre persone legate al gruppo criminale.
La condanna di Candela rappresenta un importante risultato nella lotta contro la criminalità organizzata e l’estorsione. La sentenza dimostra che nessuno è al di sopra della legge e che chi commette reati sarà punito secondo le norme vigenti.