I carabinieri del gruppo forestale di Benevento, guidati dal colonnello Gennaro Curto, l’hanno denominata «Bosco sicuro», una vasta operazione partita nella mattinata di mercoledì, alle prime luci dell’alba, che ha portato all’arresto, con il beneficio dei domiciliari, per un un 51enne di Solopaca, Liberato Trebisondi, e 4 cittadini stranieri di origine albanese, Sokoj Miftari (27 anni), Shpetim Memishaj (41 anni), Ramazan Tauti (25 anni), Jeton Murataj (31 anni), tutti residenti, allo stesso modo, nel piccolo borgo alle porte della valle telesina. Ieri, dinanzi al giudice monocratico presso il tribunale di Benevento, Salvatore Perrotta, il rito per direttissima che li ha condannati alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione, per 3 volte a settimana, all’autorità di polizia giudiziaria. Nell’ambito dell’iniziativa, tesa alla prevenzione ed alla repressione dei reati contro l’ambiente, i militari delle stazioni di Telese Terme, Montesarchio e Sant’Agata dei Goti, supportati sul posto dagli uomini del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro, sono intervenuti per contrastare il fenomeno del taglio furtivo di essenze forestali nell’area del parco regionale del Taburno-Camposauro. «Un’oasi di straordinaria bellezza - si legge in una nota firmata dal colonnello Curto - ove la natura raggiunge i più alti livelli di espressione e che da qualche tempo era oggetto di asportazione di legname da parte di malavitosi senza scrupoli». Con l’ausilio di un aeromobile a pilotaggio remoto, ovvero un drone fornito dalla direzione dell’Ente Parco, dotato anche di visore all’infrarosso, è risultato possibile stanare dall’alto, in flagranza di reato, un gruppetto di 5 persone, per l’appunto, intente al taglio, al depezzamento e quindi all’asportazione furtiva di piante di alto fusto di essenze quercine e di faggio in località Nansignano, una zona periferica compresa nel territorio comunale di Frasso Telesino sull’arteria di collegamento con la vicina Sant’Agata, per un peso complessivo di circa 300 quintali. L’attrezzatura utilizzata, consistente in 3 motoseghe, 3 trattori cingolati, un trattore gommato con relativi rimorchi e un camion, è stata prontamente sottoposta a sequestro compreso il legname già tagliato, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ulteriori verifiche sono tutt’ora in corso per la stima complessiva dell’abbattimento di piante. Inoltre, si è proceduto alla contestazione di sanzioni amministrative per l’impiego di lavoratori irregolari in nero, per un importo di circa 20 mila euro. «Sono stato informato prontamente dal comandante regionale carabinieri forestale della Campania, Ciro lungo, con il quale da tempo è in essere un protocollo d’intesa che si pone come obiettivi la repressione di tali fenomeni - le parole del Presidente dell’Ente Parco, Costantino Caturano -. È un momento molto importante per noi, per il nostro Parco, troppo spesso violentato da delinquenti che credono di poter essere dei potenti padroni del territorio. Ma così non è e non potrà mai essere. Ringrazio, ovviamente, tutte le forze dell’ordine che sono state coinvolte ed impegnate nell’operazione. È stato bloccato uno scempio ambientale spaventoso che ha interessato il taglio indiscriminato di una grande zona boscata. Ci costituiremo parte civile nel processo penale contro i responsabili e chiederemo pene severe e un risarcimento per quanto fatto a danno non solo della natura ma anche della comunità onesta che risiede nell’area protetta. Continueremo a mantenere alta la guardia consapevoli del lavoro che ci sarà da portare avanti, in totale sinergia con le forze dell’ordine. Attività avviate ormai da tempo e che conducono a dei risultati che sono oggi ben visibili, sotto gli occhi di tutti». Gianluca Brignola

I carabinieri forestali, insieme al personale dell’Arpac di Caserta, hanno scoperto e sequestrato un’attività di carrozzeria e autofficina meccanica a San Marcellino. Il sequestro è avvenuto a causa di numerose violazioni ambientali e perché l’attività era abusiva. L’autofficina era situata in un locale di circa 180 metri quadrati con un piazzale esterno di 600 metri quadrati. All’interno del garage sono state trovate diverse autovetture incidentate in lavorazione, molte delle quali smontate.

L’autofficina era dotata di diverse attrezzature, tra cui un ponte elevatore, banchi da lavoro, uno scaffale con vernici e solventi, attrezzature per la pulizia e carrelli mobili per lo smontaggio. Tuttavia, c’erano anche diversi tipi di rifiuti speciali sparsi in modo disordinato, come rifiuti ferrosi, pneumatici, batterie auto e ammortizzatori. Nel piazzale esterno c’erano anche due caditoie attraverso le quali le acque piovane venivano raccolte nella pubblica fognatura senza essere depurate.

Il gestore dell’attività non aveva fornito alcuna autorizzazione per l’esercizio dell’impresa, né aveva un registro di carico e scarico dei rifiuti prodotti, né aveva comunicato alla provincia i rifiuti prodotti o eventuali contratti con ditte esterne per la gestione dei rifiuti. Inoltre, non aveva alcun titolo autorizzativo per le emissioni in atmosfera e né aveva una relazione tecnica per l’attività di officina meccanica e carrozzeria.

Il gestore è stato denunciato per i reati di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi mescolati, produzione di emissioni in atmosfera senza autorizzazione e scarico di acque reflue industriali derivanti dall’attività abusiva di officina meccanica e carrozzeria. Al titolare sono state inflitte anche sanzioni amministrative per un importo superiore a 10.000 euro.

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