Il medico del carcere di Avellino condannato a tre anni e quattro mesi

Un medico di trentatré anni, originario di Marcianise e in servizio presso il carcere “Antimo Graziano” di Avellino, è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione. L’uomo è stato arrestato lo scorso settembre dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino durante un controllo. La sentenza è stata emessa dal Gup del Tribunale di Avellino, Giulio Argenio, dopo le discussioni tra la Procura e le difese (gli avvocati Domenico Farina del foro di Santa Maria Capua Vetere e Rolando Iorio) nel processo con rito abbreviato. La Procura di Avellino aveva chiesto un processo con giudizio immediato, mentre la difesa aveva optato per il rito abbreviato.

Come già riportato, durante una perquisizione personale eseguita dagli agenti sotto il comando del vicequestore Gianluca Aurilia, erano state trovate due confezioni di sigari all’interno della borsa del medico. I sigari, apparentemente sigillati, nascondevano due panetti contenenti 98,25 grammi di hashish. Inoltre, sono stati trovati anche quattro mini telefoni cellulari con relativi cavi, che presumibilmente erano destinati ai detenuti della Casa Circondariale.

Il medico è attualmente agli arresti domiciliari in attesa dell’esecuzione della sentenza. La sua condanna rappresenta un duro colpo per la professione medica e per il sistema carcerario. È importante che azioni come queste vengano punite in modo deciso per garantire la sicurezza e l’integrità delle istituzioni penitenziarie.

È fondamentale che i professionisti della salute, in particolare quelli che lavorano all’interno delle carceri, siano esemplari nel rispetto delle leggi e dei codici etici. Questo episodio dimostra l’importanza di mantenere un controllo rigoroso sugli operatori sanitari che operano in ambienti delicati come le strutture penitenziarie.

La condanna di questo medico dovrebbe servire da monito per tutti coloro che lavorano nel settore della salute e che potrebbero essere tentati di commettere reati simili. La fiducia nella professione medica è fondamentale per garantire la qualità delle cure e il benessere dei pazienti, e non può essere compromessa da comportamenti illegali e irresponsabili.

È auspicabile che questo caso conduca a una maggiore attenzione e controllo sulla condotta dei medici all’interno delle carceri, al fine di prevenire episodi simili in futuro. La sicurezza dei detenuti e il corretto funzionamento delle strutture penitenziarie devono essere sempre la priorità assoluta.

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