Novanta coltellate, una furia: ricostruito l’omicidio di Mario Palma assassinato il 19 novembre

Il movente, secondo quanto si apprende, potrebbe essere legato a questioni economiche. Già in passato dalla casa dello zio erano sparite somme di denaro.

Napoli. Quel giorno si e’ ferito. Nella furia con cui ha inferto 90 coltellate si e’ tagliato. E tra le copiose tracce di sangue nell’appartamento, gli investigatori hanno trovato anche le sue. E’ stato incastrato cosi’ Massimo De Solda, 28 anni, residente nel Rione Traiano di Napoli, arrestato su decreto di fermo di pm dai carabinieri del comando provinciali e dai militari della compagnia di Bagnoli. Il loro lavoro con quello del Ris e’ stato coordinato dalla procura di Napoli con i pm Antonella Lauri e Roberta Simeone.

La vittima, Mario Palma, 81 anni, fu trovato senza vita nella sua abitazione, il 19 novembre scorso. A rispondere di omicidio e’ il nipote che, dopo aver preso il caffe’ preparato dallo zio, ha impugnato un coltello e ucciso. De Solda ha gia’ confessato. L’indagato in passato sarebbe stato piu’ volte arrestato per droga e nel gennaio 2017 e’ stato ferito in un agguato al Rione Traiano. Il movente, secondo quanto si apprende, potrebbe essere legato a questioni economiche. Gia’ in passato dalla casa dello zio erano sparite somme di denaro.

Decisivi i campioni tipizzati nella Banca dati nazionale del dna

Per l’individuazione del presunto autore dell’omicidio sono stati fondamentali i campioni tipizzati nella Banca dati nazionale del dna. Secondo fonti investigative, infatti, e’ la prima volta in Italia dall’istituzione di questa banca dati che si risale cosi’ al responsabile. La Banca dati del dna e’ stata istituita nel 2017, presso la direzione centrale della Polizia Criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza e ad oggi, ha analizzato il dna di 200.000 persone e inserito 20.000 profili. Circa 20.000 sono gli ulteriori profili provenienti da scene del crimine, analizzati e pure inseriti in banca dati, uno strumento in piu’ a disposizione delle forze di polizia per abbattere tempi investigativi, sviluppare attivita’ di indagine e identificare gli autori di reati anche seriali.

I profili del dna raccolti riguardano persone interessati da un procedimento penale e da un provvedimento restrittivo della liberta’ personale disposto dall’autorita’ giudiziaria. E’ possibile, inoltre, procedere al confronto con i profili del dna non identificati, acquisiti dai reperti biologici trovati sulla scena del crimine dalla polizia giudiziaria.

Con la Banca del Dna si riaprono casi rimasti insoluti

Operativa sul piano internazionale, la Banca del Dna permette all’autorita’ giudiziaria e alla polizia giudiziaria di interrogare e ricevere interrogazioni di profili del dna dalle omologhe banche di altri Paesi, cosi’ come previsto anche dal Trattato di Prum che riguarda il rafforzamento delle misure di coordinamento in materia di indagini e prevenzione di reati. La Banca dati viene impiegata anche nella ricerca delle persone scomparse e nel riconoscimento di cadaveri non identificati. Il miglioramento delle tecniche analitiche permette, infatti, la possibilita’ di ottenere profili genetici anche da microtracce e non solo da fluidi biologici come avveniva in passato. Questo consente di riaprire casi rimasti insoluti da tempo con la possibilita’ di lavorare su reperti non ritenuti, all’epoca, idonei all’estrazione del dna. Ben 156 sono i cold case risolti dal 2017 ad oggi, il piu’ antico dei quali risale a ventuno anni fa.

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