Processo Welfare: condanna definitiva per il medico Carlo Iannace, primario della Breast Unit all’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. La Suprema Corte, nel ricorso bis presentato dall’avvocato Quirino Iorio, ha rideterminato la pena in tre anni, un mese e 20 giorni di reclusione per le accuse di falso, escludendo il reato di peculato. La sentenza della Corte di Appello di Napoli è stata annullata senza rinvio, confermando la condanna per sei episodi di falso. La pena è stata ridotta rispetto al secondo grado, in cui erano stati comminati quattro anni di reclusione. Il legale di Iannace ha presentato un ricorso alla Corte di Cassazione per sollevare una questione di legittimità costituzionale e far decadere definitivamente l’accusa di peculato. La vicenda giudiziaria coinvolge anche l’ex primario di chirurgia generale del Moscati, Francesco Caracciolo, la cui pena non è ancora definitiva. Gli avvocati dei due medici hanno impugnato la sentenza di appello davanti alla Suprema Corte per dimostrare l’infondatezza delle accuse. L’indagine della Guardia di Finanza, avviata nel 2006, ha riguardato presunte irregolarità nel reparto di chirurgia generale dell’ospedale Moscati, con operazioni estetiche fatte passare per interventi su patologie tumorali al fine di ridurre le liste di attesa. L’avvocato di Iannace ha commentato l’amarezza per la condanna del suo assistito, sottolineando che si tratta solo di indicazioni non rispondenti alla disciplina pubblicistica delle cartelle cliniche. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra circa 45 giorni.

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