Aumento preoccupante dei suicidi nelle carceri italiane
Fin dall’inizio dell’anno, sono stati registrati ben 13 suicidi nelle carceri italiane. L’ultimo caso è stato scoperto lunedì mattina nell’istituto penitenziario di Imperia. Le vittime sono tutte morte per impiccamento, tranne un uomo di 65 anni detenuto a Rieti, che è deceduto a causa delle conseguenze di uno sciopero della fame.
La casa circondariale Giuseppe Salvia di Napoli Poggioreale è in testa alla lista delle carceri con il maggior numero di suicidi, con tre detenuti che si sono tolti la vita. Tra di loro c’è Andrea Napolitano, condannato all’ergastolo per il femminicidio della sua compagna, avvenuto nel 2021.
Altri decessi si sono verificati nelle carceri di Ancona Monteacuto, Padova, Rieti, Cuneo, Agrigento, Verona, Terano e Rossano Calabro, in provincia di Cosenza.
Il suicidio di un giovane di 23 anni nel carcere di Ancona Montacuto il 5 gennaio, proveniente dall’istituto di pena di Fermo, è avvenuto mentre si trovava in cella di isolamento. La madre del giovane ha denunciato la morte ai carabinieri, e l’autopsia ha confermato che è avvenuto per “asfissia meccanica violenta”. Il ragazzo era in cura farmacologica per disturbi psichici.
L’ultimo suicidio registrato a Imperia riguarda un italiano di 66 anni, originario di Villalba ma residente in Liguria, in attesa del primo giudizio per il tentato femminicidio della moglie. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, ha dichiarato che i soccorsi della Polizia penitenziaria sono stati inutili e ha sottolineato il preoccupante aumento dei casi di autosoppressione, evidenziando che, nel mese corrente, il numero di suicidi è quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La situazione è estremamente preoccupante e richiede un’attenzione urgente da parte delle autorità competenti. È necessario garantire la sicurezza e la tutela della vita dei detenuti, implementando misure di prevenzione e offrendo un adeguato supporto psicologico e sanitario. Solo attraverso un lavoro congiunto tra le istituzioni e gli operatori penitenziari sarà possibile contrastare efficacemente questa triste realtà e garantire un ambiente carcerario più umano e giusto.