Arzano. Il clan Di Lauro ha affermato di essere proprietario del suo bar, ma la vittima ha pagato le cambiali per liberarsi dal tormento. Per farlo, ha pagato 100mila euro in contanti.

Cinque persone sono state arrestate dai Carabinieri di Casoria e ROS su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli. L’operazione è stata condotta nell’ambito di un’indagine diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di cinque indagati (tre dei quali erano già detenuti per altre cause), gravemente indiziati di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Le indagini, condotte dalla Tenenza dei Carabinieri di Arzano nel novembre 2023, sono partite dalla denuncia di un commerciante di Arzano che ha dichiarato di essere vittima di estorsione da parte di tre membri del clan Di Lauro di Secondigliano, noti a lui, dall’ottobre 2020.

L’imprenditore, dopo aver rifiutato di cedere il suo bar al clan Di Lauro, è stato costretto a pagare loro 70.000 euro in rate mensili di 1.000 euro, garantite da cambiali sottoscritte e consegnate ai rei. Ad ogni pagamento di una rata, veniva restituita una cambiale che fungeva da garanzia per il pagamento stesso.

Questo è andato avanti fino a luglio 2022, quando l’uomo ha deciso di cedere l’attività nella speranza che l’estorsione cessasse. Ma non è successo. Infatti, nel gennaio 2023, quando ha aperto un altro bar in un’altra zona di Arzano, gli estorsori sono tornati minacciandolo di morte e chiedendo nuovamente la quota estorsiva.

Quello che è stato denunciato alla Tenenza Carabinieri di Arzano rappresenta solo una parte della storia. Infatti, la vittima, durante l’interrogatorio con il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia partenopea, ha rivelato che il clan Di Lauro gli aveva imposto di pagare somme a titolo di estorsione già a partire dal 2018, poiché la famiglia camorristica riteneva di essere proprietaria della sua attività.

Il pentito Salvatore Rosselli ha confermato l’ipotesi investigativa. Effettivamente, i militari del ROS di Napoli hanno verificato che la vittima aveva pagato 100.000 euro in contanti ai Di Lauro all’inizio del 2019 per far cessare ogni loro pretesa, sebbene priva di titolo, sulla sua attività commerciale.

Alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Roselli, membro del clan Amato-Pagano, hanno ulteriormente confermato i fatti. Gli arrestati odierni, coinvolti in due diversi episodi di estorsione, sono considerati affiliati al clan Di Lauro di Secondigliano.

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