Una donna di Angri ha perso il Reddito di Cittadinanza e è stata condannata a un anno e tre mesi di reclusione per non aver dichiarato una variazione di reddito. La sentenza è stata emessa dal tribunale di Nocera Inferiore in primo grado e la donna è stata assistita dal legale Roberto Ancora, che è pronto a presentare un ricorso in appello.

Secondo le accuse, la donna di 50 anni aveva vinto diversi premi scommettendo online, accumulando circa 15.000 euro. Quei soldi erano stati depositati sul suo conto corrente, ma erano stati poi reinvestiti in altre scommesse e rimasti a disposizione della donna solo per pochi giorni. Successivamente, un controllo dell’INPS ha portato alla revoca del Reddito di Cittadinanza, poiché la donna non aveva comunicato la variazione di reddito o patrimonio nella dichiarazione necessaria per ottenere il beneficio dallo Stato.

Questa situazione ha comportato non solo la revoca del sussidio, ma anche l’avvio di un procedimento penale che si è concluso con la condanna in primo grado. Il tribunale ha ritenuto la donna colpevole di omessa comunicazione delle variazioni del reddito, in violazione dell’articolo 7 della legge 4 del 2019, e ha riqualificato il reato come truffa. La pena è stata sospesa, ma subordinata alla restituzione dell’intera somma di circa 11.000 euro che la donna aveva ricevuto come beneficiaria del Reddito di Cittadinanza, dal dicembre 2019 a settembre 2020.

I soldi delle vincite, oggetto della disputa e scoperti dall’INPS attraverso controlli di routine, erano rimasti sul conto della donna per pochi giorni, per poi essere utilizzati per nuove scommesse online. Questo caso è solo uno dei numerosi procedimenti avviati dalla procura e conclusi in sede di dibattimento, in relazione a presunte falsificazioni nelle autocertificazioni per ottenere il sussidio dello Stato.

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