Un’indagine condotta dalla procura di Napoli nord, delegata alla Guardia di Finanza di Aversa, ha portato all’arresto di sei indagati e al sequestro di circa 16 milioni di euro. Inoltre, sono stati scoperti crediti di imposta fittizi per un valore totale di 48 milioni di euro nei confronti di altre 35 persone fisiche e giuridiche residenti in diverse regioni italiane.
Complessivamente, sono 83 gli indagati, di cui 60 destinatari dei provvedimenti, accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio. L’indagine copre un periodo che va dal 2021 al 2022, durante il quale i rappresentanti legali di diverse società cartiere hanno prodotto falsi attestati per lavori di riqualificazione energetica e rifacimento di facciate di edifici residenziali. Questi lavori, tuttavia, si sono rivelati del tutto inesistenti.
La truffa è stata messa in atto sfruttando le agevolazioni previste dal decreto Rilancio per gli edifici ad uso abitativo, utilizzando dichiarazioni di professionisti e certificazioni energetiche false. In questo modo, i responsabili della truffa hanno ottenuto crediti di imposta per un valore complessivo di circa 130 milioni di euro, che poi hanno ceduto a Poste Italiane, ignara dei fatti. Il denaro ottenuto è stato successivamente disperso attraverso titolari di imprese o rappresentanti di società italiane ed estere, in molti casi di origine cinese. Fortunatamente, l’indagine ha interrotto questo flusso di denaro illecito.
Questa vicenda mette in luce l’importanza di una rigorosa vigilanza e controllo da parte delle autorità competenti per contrastare fenomeni di frode e truffa. È fondamentale garantire la correttezza e la trasparenza nelle pratiche commerciali e finanziarie, in modo da tutelare l’interesse pubblico e prevenire danni economici ingenti. Solo attraverso un’azione congiunta delle istituzioni e la collaborazione dei cittadini è possibile contrastare efficacemente queste forme di criminalità economica.