Emergenza baby gang, gennaio mese nero: 50 sequestri di armi tra Napoli e provincia

Baby criminali protagonisti della cronaca partenopea. Una vera e propria esplosione di violenza giovanile tra le strade di Napoli e provincia. Sono sempre più frequenti risse, accoltellamenti o ferimenti con armi da fuoco commessi da minori: circa l’80% degli interventi hanno riguardato giovani al di sotto della maggiore età. Un dato preoccupante che sottolinea quanto l’acculturazione illegale e criminale sia radicata all’interno della società, creando così una vera e propria emergenza.

Dai riti di iniziazione alle aggressioni, arrivando a realizzare vere e proprie stese. Iniziano fin da bambini, scendono tra le strade di notte, quando i presidi di sicurezza sembrano essere assenti. Si alleano, stringono accordi ed iniziano a compiere i primi passi del mondo della criminalità. Atti di smodata violenza che pare del tutto ingiustificata: minori capaci di ridurre in fin di vita un coetaneo per il semplice gusto di farlo.

Bisognerà però fare un passo indietro. I giovani “gangster”, i satelliti della criminalità, presentano fin dalla tenera età un’elevata propensione al conflitto ed alla violenza. Sembra assurdo pensare come un bambino di dieci anni possa trascorrere le sue mattine tra le strade di periferia, talvolta nascondendo dentro i suoi piccoli indumenti dosi di cocaina da vendere. Scene degne di una serie tv o un film ma che purtroppo, nella periferia napoletana, risultano essere una solida realtà.

Bambini e bambine che nascono e crescono inseguendo quegli ideali legati alla cultura della criminalità: quest’ultima si insedia nelle vite dei minori, diventandone parte integrante e trascinandoli all’interno di un vortice da cui è difficile sfuggire. Il fenomeno della criminalità giovanile è direttamente collegabile a quella che è la criminalità organizzata, quei gruppi che tentano le giovani menti influenzabili. Abbagliati dal denaro e dal fascino, a volte fatale, del potere.

Orde di ragazzini che crescono all’ombra di quelle personalità che, nella violenza, nel sangue versato, vedono onore e interessi. Una tendenza criminale che non accenna ad arrestarsi. Tra i motivi possiamo analizzare la scarsa o assenza totale di propensione allo studio, contesti familiari ed amicali disagiati. Pochi ma significativi elementi che, nella vita di un giovane, risultano essenziali per poter scegliere la strada da intraprendere.

Giovani e camorra risulta essere un binomio ormai ben radicato nella società: il business del mercato della droga è quello a cui, le nuove leve dei clan, si avvicinano come primo compito. Inizieranno dallo spaccio, piccole dosi da consegnare nei quartieri. Passeranno poi al controllo delle piazze, poi nelle mani la prima pistola e, da quel momento in avanti, basteranno pochi attimi per macchiarsi le mani di un primo omicidio. Ma questo non è importante, nella mente di questi “baby criminali” c’è solo un obiettivo: avere soldi facili, notorietà e potere.

Un’escalation di violenza che, nel primo mese del 2024, ha raggiunto picchi elevati: il numero degli arresti per porto d’armi e detenzione è pari a 17, tra cui un minore, 23 sono invece le persone denunciate per porto e detenzione d’armi, di cui 6 risultano essere minori. Un inizio anno caratterizzato dalla sparatoria di Corso Arnaldo Lucci a Napoli, che ha visto il ferimento di un giovane delle Case Nuove e di una donna 68enne che passeggiava in strada, totalmente estranea ai fatti. Ben 80 proiettili esplosi da 4 armi differenti.

Controlli e sensibilizzazioni non si arrestano ma la propensione alla violenza sembra non voler fare passi indietro: a dimostrarlo il recente arresto di due 18enni, nel quartiere napoletano del Vomero. I due avevano compiuto tre rapine utilizzando una pistola scenica. Ancora a Boscoreale dove, un 16enne ed un 18enne hanno rapinato un dipendente di un distributore di carburanti, minacciandolo con l’utilizzo di una pistola scenica senza tappo rosso. Armi e violenza anche nei luoghi della movida dove, i carabinieri della compagnia Napoli Centro hanno denunciato due minorenni ed un 24enne: tra i caratteristici vicoli di Chiaia, il 16enne, era in possesso di un pugnale senza manico mentre, in Largo Berlinguer, il più piccolo dei tre, 15enne, è stato trovato con addosso un coltellino svizzero.

Un susseguirsi di fatti che hanno come protagonisti tre fattori: gioventù, incoscienza e violenza. La gioventù, l’esatto momento in cui ci si sente padroni del mondo, capaci di sorreggere responsabilità di grande rilevanza. Incoscienza, il fattore che spinge i giovani ad avviarsi verso quel mondo abile solo nel portare difficoltà. Ed infine l’elemento fondamentale, la violenza: quest’ultima ricopre il ruolo di principio cardine all’interno di un mondo dove i valori sembrano essere notevolmente cambiati. Quel mondo dove, troppo spesso, un’arma diventa risolutrice di ogni problema.

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