Due uomini, Giovanni Rendina e Salvatore Allard, sono stati arrestati a Napoli con l’accusa di omicidio aggravato in relazione alla morte del sovrintendente principale di polizia Domenico Attianese, avvenuta il 4 dicembre 1986. Attianese intervenne durante una rapina alla gioielleria Romanelli nel quartiere di Pianura, nonostante fosse libero dal servizio. I rapinatori avevano bloccato i titolari e stavano rubando tutti i preziosi. La figlia di Attianese, che all’epoca aveva 14 anni, notò la scena e chiamò il padre, che abitava a pochi metri dal negozio. Attianese intervenne prontamente, ma durante una colluttazione con i rapinatori venne disarmato e ferito a morte da un colpo di pistola alla testa.

Rendina e Allard furono incriminati per l’omicidio alcuni anni dopo, ma nel 1996 furono assolti nel processo in Corte d’Assise di Napoli. Tuttavia, grazie alle nuove tecnologie, la Procura di Napoli ha riaperto il caso e le nuove analisi delle prove scientifiche hanno acquisito “gravi elementi di responsabilità” a carico dei due indagati. Di conseguenza, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dalla polizia.

Le nuove indagini si sono basate su diverse prove, tra cui le nuove analisi dei frammenti papillari rilevati sul luogo del delitto grazie alle evoluzioni tecnologiche del sistema AFIS in uso alla Polizia, comparazioni fotografiche, nuove escussioni di testimoni e attività tecniche che hanno fornito elementi investigativi di grande rilievo.

Attianese è stato insignito della Medaglia d’oro al valor civile e a lui sono stati dedicati una caserma del commissariato San Paolo e un parco pubblico nel quartiere Pianura. La cattura di Rendina e Allard rappresenta un importante passo avanti nella ricerca della giustizia per il tragico omicidio del sovrintendente Attianese, avvenuto 37 anni fa. Le figlie di Attianese hanno commentato la notizia con commozione.

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