I miei ricordi parlano di un’epoca in cui i bambini e i ragazzi si tendevano la mano, soprattutto se qualcuno aveva qualche problema fisico. Non c’era derisione, anzi, si era più gentili. Forse ho avuto il privilegio di vedere una pagina bella di un mondo che non esiste più. Infatti, le cronache dei nostri giorni sono piene di episodi di bullismo e cyberbullismo e proprio oggi si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita nel 2017 su iniziativa del Miur nell’ambito del Piano nazionale per la prevenzione di questi fenomeni.

Parliamo di manifestazioni violente e intenzionali di vario tipo: verbale, fisico, sociale. Queste manifestazioni esprimono intolleranza e mancanza di accettazione verso chi è considerato diverso per orientamento sessuale, realtà familiari, etnia, religione, caratteristiche psicofisiche, genere o identità di genere. Questo fenomeno coinvolge entrambi i sessi e si manifesta principalmente nelle dinamiche di gruppo, grazie alla presenza di coetanei solidali durante le aggressioni. La componente sadica gioca un ruolo non secondario in tutto ciò.

Queste manifestazioni si ripetono nel tempo, sia da parte di un singolo individuo che da parte di più persone, e oggi sempre più spesso anche online (cyberbullismo). Il cyberbullismo si riferisce al medesimo fenomeno che avviene attraverso l’uso di dispositivi elettronici mobili e delle applicazioni, in particolare dei social media.

È triste scoprire quanti ragazzi siano stati oggetto di scherno, prevaricazione e bullismo. Secondo i dati della Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children – HBSC Italia 2022, gli atti di bullismo subiti a scuola sono più frequenti tra i più piccoli (11-13 anni) e tra le ragazze; per quanto riguarda il bullismo, le proporzioni sono simili a quelle del 2017/18. Il fenomeno del cyberbullismo è in aumento tra le ragazze e i ragazzi di 11 e 13 anni. I due fenomeni diminuiscono con l’aumentare dell’età. Gli 11enni vittime di bullismo rappresentano il 18,9% dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze; nella fascia di età di 13 anni, sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine; gli adolescenti (15 anni) rappresentano il 9,9% dei ragazzi e il 9,2% delle ragazze.

La crudeltà sta crescendo tra i nostri ragazzi. È importante chiedersi da dove derivino tutto questo odio, rancore e crudeltà. Quali esempi di riferimento hanno? Quanto influirà tutto ciò sulla loro futura vita da adulti…?

Articolo precedenteSalerno: accordi per la sicurezza nelle rivendite e farmacie
Articolo successivoSicurezza e collaborazione: il quartiere di [city] sotto controllo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui