L’edificazione del centro commerciale Jambo 1 è stata definita un “miracolo” di edilizia, ma dietro questa impresa si nasconde un oscuro patto tra imprenditori e la camorra. Secondo la requisitoria del pubblico ministero Maurizio Giordano della procura Antimafia di Napoli, il boss dei Casalesi Michele Zagaria sarebbe stato uno degli sponsor dell’intera operazione. A causa di questa connessione con la criminalità organizzata, oltre la metà del megastore è attualmente nelle mani della magistratura. Non solo la camorra, ma anche una parte dell’ex amministrazione comunale di Trentola Ducenta sarebbe stata a conoscenza di questa alleanza tra imprenditori e mafia.

Il processo Jambo 1 è durato per molti anni, iniziando nel 2015 con gli arresti di presunti “colletti bianchi”. Ieri, a nove anni di distanza dalla chiusura del fascicolo, sono state chieste condanne pesanti per due degli imputati del processo. Alessandro Falco, proprietario del centro commerciale Jambo e patron al 51%, è stato condannato a 11 anni di carcere per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. L’ex sindaco Michele Griffo, accusato di partecipazione al clan dei Casalesi, ha ricevuto una richiesta di 8 anni di carcere. Tuttavia, è stato chiesto l’assoluzione per gli altri reati contestati a Griffo, come le agevolazioni per le licenze edilizie concesse ai Falco. Sono stati richiesti anche l’assoluzione per l’ex consigliere comunale Nicola Picone e per Ortensio Falco, fratello di Alessandro e proprietario del 49% del centro commerciale. Durante il processo, è deceduto l’ex sindaco Nicola Pagano, uno degli imputati.

La sentenza dei giudici di primo grado del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto da Francesco Ciocia, è attesa entro la primavera. Durante il processo, il sostituto procuratore della Dda partenopea Maurizio Giordano ha ottenuto il permesso di ascoltare il collaboratore di giustizia Luigi Cassandra, ex assessore al Comune di Trentola Ducenta, riguardo a una serie di circostanze e alla realizzazione dei lavori edili nel comune. Inoltre, è stata richiesta un’indagine sui permessi rilasciati a Gaetano Balivo, ex socio di Alessandro Falco. La Procura ha anche chiesto di cambiare il capo di imputazione per Griffo, passando da concorso esterno in associazione mafiosa a partecipazione al clan dei Casalesi. È importante notare che l’ex sindaco ha rinunciato alla prescrizione per i reati contestati sulle licenze.

Durante questi nove lunghi anni di udienze, gli avvocati Carlo De Stavola e Alfonso Furgiuele hanno rappresentato l’ex sindaco Griffo, mentre Paolo Trofino e Alfredo Marrandino hanno difeso Ortensio e Alessandro Falco. Andrea Botti e Davide de Marco hanno agito come difensori di Nicola Picone. Il fratello di quest’ultimo, Vincenzo Picone, insieme a Gaetano Balivo, sono attualmente in carcere per scontare la condanna definitiva ottenuta con il rito abbreviato. La sentenza finale sarà determinante per fare luce su questa vicenda e stabilire le responsabilità di tutti gli imputati coinvolti.

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