La cartella clinica di Francesca Oliva, la giovane donna di Gricignano d’Aversa che perse la vita nel 2014 presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno mentre era incinta di tre gemelli (di cui solo uno sopravvisse), è stata aggiunta al fascicolo del giudice Norma Cardullo, davanti al quale sono processati medici, tecnici e il proprietario della struttura sanitaria.
Il pubblico ministero Gerardina Cozzolino ha depositato l’intera cartella clinica, l’elenco completo delle intercettazioni con i relativi decreti autorizzativi, il decreto di sequestro e il verbale dell’udienza del processo per omicidio colposo, durante il quale è stata contestata la falsa testimonianza al medico Stefano Palmieri, uno degli imputati nel processo. La difesa del proprietario della clinica, Vincenzo Schiavone, rappresentata in aula dall’avvocato Claudio Sgambato, ha sollevato l’eccezione del mancato rispetto dei presupposti per l’attività di intercettazione. Il giudice ha deciso di riservarsi sulla questione.
Il giudice Cardullo, dopo aver valutato le precedenti riserve, ha ritenuto utilizzabile l’attività svolta dai consulenti sulla cartella informatica e ha ammesso la testimonianza del consulente Ricci, autore del sistema Argos e socio della società Dedalus, produttrice del sistema Argos utilizzato per la gestione delle cartelle cliniche telematiche presso la clinica Pineta Grande. Il processo riprenderà alla fine del mese.
Sono sotto processo il proprietario della clinica Vincenzo Schiavone, i medici Stefano Palmieri, Gabriele Vallefuoco e Giuseppe Delle Donne e due tecnici. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero manomesso la cartella clinica dopo la morte di Francesca, avvenuta il 24 maggio 2014. Prima avrebbero cancellato le annotazioni del collega Renato Bembo del 23 maggio, in cui si parlava di “malessere generale”, e la prescrizione del farmaco Unasyn (successivamente reinserita dopo la morte e retrodatata al momento del ricovero). Successivamente, avrebbero compilato le note del ricovero dopo la morte della paziente, aggiungendo le parole: “gravidanza indotta con Fivet paziente sottoposta a cerchiaggio, esibisce esami che evidenziano leucocitosi, neutrofilia praticato in ecografia”. Due ore dopo il decesso di Francesca, inoltre, sarebbero state aggiunte anche parole alla visita ostetrica effettuata il 22 maggio: “all’atto non si apprezzano perdite atipiche”.
I familiari di Francesca si sono costituiti parte civile con l’avvocato Raffaele Costanzo, mentre il medico Renato Bembo, che è stato processato per omicidio colposo a causa dell’alterazione della cartella clinica ed è stato successivamente assolto, si è costituito con l’avvocato Lara Vastarella. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Stellato, Claudio Sgambato, Laura Serpico, Raffaele Vanacore, Gianfranco Antonelli, Luigi Vallefuoco e Paolo Maria di Napoli.