Chiusura indagini per 268 persone coinvolte in un’inchiesta sulla truffa del credito d’imposta per la formazione dei dipendenti. La procura di Vallo della Lucania ha concluso le indagini su un caso che ha coinvolto oltre 200 aziende in tutta Italia. L’inchiesta è iniziata un anno fa, quando la Guardia di Finanza di Agropoli ha eseguito nove misure cautelari. Le accuse contestate sono associazione per delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione di crediti d’imposta e autoriciclaggio.

Il caso ha avuto origine a Cicerale, nel Cilento, dove una presunta rete di procacciatori avrebbe individuato le aziende interessate a beneficiare del credito d’imposta per la formazione dei dipendenti. Secondo le accuse, l’organizzazione avrebbe fornito documentazione falsa riguardante le ore di formazione, che in realtà non sono mai state svolte. Successivamente, grazie all’aiuto di alcuni delegati sindacali, venivano redatti falsi contratti collettivi aziendali, utilizzando anche marche da bollo contraffatte, al fine di attestare i costi sostenuti dalle aziende per i corsi di formazione falsi. Questi costi venivano poi compensati con il credito d’imposta.

Il giro d’affari di questa truffa è stato quantificato in circa 57 milioni di euro, che sono stati successivamente sequestrati dalle Fiamme Gialle. Ora le 268 persone coinvolte rischiano di essere processate per le accuse a loro contestate. Si tratta di un caso di grande rilevanza che mette in luce l’importanza di un’attenta vigilanza e controllo sulle pratiche aziendali, al fine di evitare fenomeni di frode che danneggiano l’intera economia del paese.

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