Droni e telefoni cellulari: il traffico criminale che si estende in tutta Italia

Un’operazione di polizia ha smantellato un’organizzazione criminale che si occupava di introdurre telefoni cellulari all’interno di varie carceri italiane. Il gruppo, composto da tre napoletani e un cittadino bielorusso, utilizzava un drone modificato per avvicinarsi alla casa circondariale di Asti e dimostrare le proprie abilità acquisite grazie all’addestramento militare nell’uso dei droni. L’indagine è stata avviata grazie all’intuito della Mobile e della Procura di Asti, che hanno scoperto la presenza dei capi del gruppo criminale nelle vicinanze del penitenziario piemontese.

Le indagini, condotte attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno rivelato il ruolo dei napoletani nel traffico di telefoni cellulari. È emerso anche un listino prezzi, che rivela l’entità del mercato creato grazie ai voli dei droni: tra settembre e dicembre, gli indagati avrebbero guadagnato fino a 100.000 euro. Ogni cellulare calato nella cella del destinatario costava tra i 300 euro (per i microtelefonini) e i 1000 euro (per gli smartphone). Il gruppo si occupava anche di fornire batterie, schede SIM e altri accessori necessari.

Ma chi sono i responsabili di questo traffico? Una donna di nome Veronica Virgilio, conosciuta come “Lio” o “Leonessa”, sembra essere al centro dell’organizzazione. È lei che organizza i viaggi e definisce i termini di questo traffico particolarmente remunerativo. Difesa da una penalista napoletana, dovrà rispondere alle accuse di essere la mente di una trama criminale diffusa in diverse regioni italiane.

Accanto a lei, compaiono altre figure chiave, come Simone Iacomino, detenuto nel carcere di Agrigento, Salvatore Sbrescia e Vasil Dziatcko, un esperto dronista originario della Bielorussia. È lui che manovra il drone con grande precisione, grazie alle sue competenze tecniche straordinarie. Secondo le ricostruzioni dell’inchiesta, il traffico di telefoni e accessori coinvolgeva le carceri di Asti, Saluzzo, Agrigento, Catania, Ascoli Piceno, Benevento e Teramo.

Le intercettazioni hanno anche rivelato conversazioni con persone che potrebbero essere coinvolte in questo traffico sempre più redditizio. Si parla di un reclutamento di dronisti per alimentare il traffico di telefoni cellulari. Un altro detenuto, che fungeva da intermediario all’interno del mondo carcerario per Veronica Virgilio, è stato individuato e le conversazioni tra i due rappresentano una fonte preziosa per ulteriori indagini.

L’operazione di polizia ha portato alla luce un fenomeno preoccupante, che richiede un’attenzione costante da parte delle autorità. Il traffico di telefoni cellulari all’interno delle carceri rappresenta una minaccia per la sicurezza pubblica e deve essere combattuto con determinazione. L’uso dei droni per introdurre illegalmente oggetti nelle carceri è una nuova sfida per le forze dell’ordine, che devono essere pronte a contrastarla efficacemente. Solo attraverso un’azione coordinata e una maggiore sorveglianza sarà possibile debellare questo fenomeno criminale e garantire la sicurezza delle nostre carceri.

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