Franco Califano: una vita tra musica e vicende giudiziarie

Franco Califano, nato il 14 settembre 1938 a Tripoli, in Libia, è stato uno dei più noti cantautori italiani. Cresciuto a Nocera Inferiore, ha ricevuto una formazione iniziale in alcune scuole ecclesiastiche. Successivamente si è trasferito a Roma, dove ha frequentato l’ITCG e successivamente una scuola serale.

La sua vita ha subito una svolta drammatica all’età di 18 anni, quando ha perso suo padre. Nonostante questa tragedia, Califano ha nutrito l’ambizione di fare carriera nel mondo dello spettacolo, così ha deciso di trasferirsi a Milano, dove ha iniziato la sua carriera come modello per fotoromanzi. Grazie a questa esperienza, ha avuto l’opportunità di collaborare con note riviste del settore.

Tuttavia, il suo periodo a Milano è stato breve e dopo essere tornato a Roma, ha deciso di dedicarsi alla scrittura di testi musicali, consapevole del suo talento in questo campo. Ha lavorato duramente per emergere nel panorama musicale italiano, ottenendo successo grazie a canzoni come “Da molto lontano”, che ha attirato l’attenzione di Edoardo Vianello, e “E la chiamavano estate”, che ha toccato il cuore di Bruno Martino. Califano è diventato un noto paroliere, riuscendo a conquistare anche Ornella Vanoni con il brano “La musica è finita”.

Tuttavia, la vita di Califano è stata segnata anche da vicende giudiziarie. Nel 1984, i carabinieri hanno fatto irruzione nella sua residenza di Primavalle e lo hanno arrestato con l’accusa di aver partecipato ad un’organizzazione criminale e di traffico di sostanze stupefacenti. Questo arresto faceva parte di un’operazione più ampia che mirava a individuare coloro che erano sospettati di essere coinvolti nella Nuova Camorra Organizzata, un’organizzazione criminale molto pericolosa. Le accuse si basavano sulle testimonianze di ex collaboratori di giustizia, secondo cui Califano avrebbe distribuito cocaina nell’ambito dello spettacolo su mandato dell’organizzazione e avrebbe ricevuto 250 grammi di cocaina come compenso per una sua esibizione nel 1978.

Califano ha sempre respinto tali accuse, sostenendo di essere estraneo a qualsiasi coinvolgimento criminale. Il processo si è concluso con la sua assoluzione, in quanto i giudici hanno ritenuto le accuse basate sulle testimonianze dei collaboratori di giustizia non attendibili e prive di prove concrete. Nessuna delle imputazioni è stata dimostrata.

Dopo essere stato scagionato, Califano ha tratto ispirazione da questa difficile esperienza per creare l’album intitolato “Impronte digitali”, in cui riflette sulle sue vicende legate all’arresto e alla detenzione.

La questione è stata definitivamente chiusa nel 2010, quando uno dei due accusatori ha ammesso in un’intervista concessa all’Espresso di aver mentito anni prima, rivelando che le accuse erano infondate.

Nonostante le vicende giudiziarie che hanno segnato la sua vita, Franco Califano resterà sempre un’icona della musica italiana, ricordato per le sue canzoni e la sua indiscussa bravura nel campo della scrittura musicale.

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