Lo scandalo delle patenti nautiche continua a far parlare di sé, con 46 individui che rischiano di essere processati per aver presentato attestazioni false. La procura di Salerno ha richiesto il rinvio a giudizio per gli altri soggetti coinvolti in questa indagine, che ha avuto origine con l’arresto di un sottufficiale della Capitaneria di Porto lo scorso luglio. Le accuse riguardano persone provenienti da diverse parti d’Italia e le indagini sono state condotte dalla Capitaneria di Porto di Salerno, dopo la scoperta di irregolarità durante un controllo di routine sulle procedure di rilascio delle patenti. Gli episodi principali sono stati individuati principalmente a Salerno, ma anche a Cava de’ Tirreni e Castellammare di Stabia, grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento. Le patenti venivano rilasciate in cambio di somme di denaro che variavano tra i 2.000 e i 3.000 euro, a seconda dell’intermediario coinvolto e del tipo di patente richiesta. Nel caso dei soggetti indagati, le patenti spesso permettevano la navigazione entro le 12 miglia o senza limiti. Durante il blitz sono stati sequestrati numerosi titoli abilitativi e denaro per un totale di 50.000 euro, ritenuti provento della corruzione. L’indagine ha destato molto clamore al momento dell’esplosione, poiché ha coinvolto sia addetti ai lavori che coloro che ne hanno approfittato. Ora spetta al giudice per le indagini preliminari decidere se i 46 imputati dovranno affrontare un processo o se potranno definire la loro posizione attraverso un rito alternativo come il giudizio abbreviato o il patteggiamento.

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