Benevento. La versione presentata al giudice dal 20enne arrestato dalla polizia per tentato omicidio

Benevento. Ci siamo scontrati nell’androne del palazzo: un contatto che ha scatenato una “lite” verbale. Ci siamo detti di tutto, poi dalle parole siamo passati ai fatti. E quando lui, che aveva tirato fuori da una busta della spesa una bottiglia di vetro, mi ha aggredito, ho avuto paura: ecco perché, con l’intenzione di difendermi, ho estratto un coltello che avevo in tasca e l’ho colpito durante una colluttazione.

Difeso dall’avvocato Pierluigi Pugliese, è questa la versione offerta al giudice Vincenzo Landolfi, chiamato a convalidare l’arresto effettuato dalla polizia, di Valerio Pagnozzi, 20 anni, di Benevento, finito agli arresti domiciliari per l’accusa di tentato omicidio di G. M., 32 anni, ferito da due coltellate alla spalla e all’addome sinistro. Per lui, assistito dall’avvocato Antonio Leone, una prognosi di 30 giorni.

Come anticipato da Ottopagine, l’episodio si è verificato in un edificio di via Bari, nel quartiere Libertà. Secondo gli investigatori, dopo averlo incrociato, il 20enne avrebbe “invitato” il 32enne, che era in compagnia di una ragazza, a andarsene e a fargli spazio, quindi l’avrebbe accoltellato durante una lite.

Un gesto che, secondo la parte lesa, potrebbe avere radici in una discussione che un anno e mezzo fa il 20enne, che invece ha escluso qualsiasi motivo di vendetta, aveva avuto con un parente della donna.

Al termine dell’udienza, il giudice ha disposto la custodia cautelare agli arresti domiciliari.

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