La Polizia ha fermato altri due giovani per le violente rapine commesse tra il 19 e il 22 gennaio scorsi nei comuni di Cardito, Afragola e Caivano, in provincia di Napoli. Uno dei fermati è un 19enne di etnia rom, raggiunto da un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Napoli Nord, mentre l’altro è un 16enne. Le indagini condotte dalla Squadra mobile di Napoli e coordinate dalla Procura di Napoli Nord hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due indagati per una pluralità di reati di rapina e un tentato omicidio ai danni di un poliziotto intervenuto per sventare altre rapine. Durante il periodo preso in esame, quattro soggetti sono stati individuati come presunti autori di numerose rapine ai danni di automobilisti, passeggeri, donne e minori, utilizzando autovetture già rubate in precedenza. Le vittime hanno riferito che gli autori, con volto coperto e un chiaro accento dell’Est Europa, si sono fatti consegnare telefoni cellulari, gioielli, effetti personali o addirittura le vetture, agendo con particolare violenza. I malviventi hanno inseguito e speronato le auto delle vittime, minacciandole con una pistola semiautomatica e un martello da carpentiere, arrivando anche a infrangere i parabrezza delle vetture e a colpire violentemente le vittime. In un episodio, hanno colpito un minore con il martello da carpentiere per sottrargli pochi euro. In un altro caso, hanno inseguito e speronato un motociclista, che è stato scaraventato in una scarpata ma si è salvato per puro caso. Il 22 gennaio, l’auto su cui viaggiavano i quattro indagati è stata intercettata dalla polizia e, dopo un inseguimento, è andata in avaria. I quattro sono scappati a piedi per evitare l’arresto. Nell’auto sono state trovate due pistole a salve, un martello e materiale proveniente dai furti. Il giorno successivo, due fratelli di 15 e 16 anni sono stati fermati per concorso in rapina aggravata. Le indagini, coordinate dalle Procure di Napoli Nord e per i Minorenni di Napoli, hanno acquisito immagini di videosorveglianza e video pubblicati dai rapinatori su un social network, che li ritraevano alla guida delle auto rubate a velocità superiori ai 240 km/h. Queste indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza anche nei confronti degli altri due indagati, che sono stati rintracciati presso i loro domicili. Sono in corso ulteriori indagini per accertare la responsabilità di tutti i fermati per gli altri episodi simili verificatisi nella stessa zona negli stessi giorni.