La Corte di Cassazione non ha riconosciuto la premeditazione nel caso di Maurizio Raimo, il cui fascicolo per tentato omicidio viene inviato alla Corte d’Appello di Napoli per una revisione della sentenza. Inizialmente condannato a 10 anni di reclusione in primo grado, la pena è stata ridotta a sette anni e sei mesi in Appello a causa del cambiamento della perizia psichiatrica, che ha riconosciuto all’imputato un disturbo mentale parziale. Ora i giudici napoletani dovranno confermare la decisione della Cassazione e, sulla base dei nuovi capi di imputazione, ricalcolare la pena.

La storia di Raimo è purtroppo una storia molto comune, quella di un marito che non accetta la separazione dalla moglie e continua a considerarla “sua”. Nel mese di aprile 2021, ha ferito la moglie con un coltello. Nonostante fosse soggetto a un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e dai luoghi frequentati dalla moglie, si è presentato sotto casa e, armato di due coltelli, l’ha attaccata ferendola in varie parti del corpo. Fortunatamente, la figlia è intervenuta riuscendo a separarli e permettendo alla donna di uscire dall’auto. Tuttavia, l’uomo non si è fermato e ha nuovamente assalito la vittima quando è caduta a terra. Questa volta, la donna è stata pronta a difendersi con l’aiuto di un vicino di casa che è intervenuto dopo aver sentito le urla, mettendo in salvo la donna e la figlia. L’accusa ritiene che questo comportamento fosse premeditato (Raimo si era armato di due coltelli) e mirato a provocare la morte della moglie, da cui era separato, fortunatamente senza successo. La Corte di Cassazione, tuttavia, non ha riconosciuto la premeditazione, ma sarà necessario attendere la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Napoli per comprendere le motivazioni dei giudici. Nel frattempo, l’area tra Pontecagnano e Battipaglia continua ad essere tristemente nota per il numero di vittime di violenza di genere. Solo a Pontecagnano Faiano, nel giro di un anno, sono state uccise due giovani donne: Anna Borsa, uccisa dal suo ex fidanzato nel salone di parrucchiere in cui lavorava, e Marzia Capezzuti, una ragazza con problemi psichici ospitata dalla famiglia del suo ex fidanzato, uccisa per appropriarsi della sua modesta pensione di invalidità.

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