Una serie di presunte truffe legate a falsi ricoveri per assistere i familiari ha portato la procura di Vallo della Lucania a concludere un’inchiesta che coinvolge 22 persone. Secondo l’accusa, i soggetti coinvolti avrebbero ottenuto rimborsi dall’Asl grazie a prescrizioni che attestavano condizioni di reale necessità, quando in realtà non era così. Le accuse vanno dalla truffa aggravata al falso in atto pubblico e ideologico, a seconda dei ruoli ricoperti dai singoli indagati. Le indagini condotte dai carabinieri del Nas di Napoli hanno portato alla luce un presunto accordo tra il tecnico della clinica, un medico cardiologo e il direttore sanitario per disporre falsi ricoveri presso la struttura accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale. Questi falsi ricoveri avrebbero causato un danno al servizio sanitario nazionale, con la struttura che avrebbe ottenuto rimborsi non dovuti dall’Asl. I soggetti coinvolti rischiano il processo e dovranno comparire dinanzi al Gip per valutare le accuse e le singole posizioni. Tra i legali difensori ci sono gli avvocati Michele Avino, Alfonso Mutarelli, Carlo De Martino e Rosanna Zequila.