Nell’estate del 2019, un’importante notizia ha scosso l’opinione pubblica riguardo all’arresto di due imprenditori coinvolti nei lavori di demolizione del Ponte Morandi. Si è scoperto che Ferdinando Varlese, considerato il vero gestore della società Tecnodem, era coinvolto in un reato di intestazione fittizia, con presunte connessioni mafiose. La società, formalmente intestata alla consuocera Marigliano Consiglia, è stata esclusa dai lavori e i beni sono stati sequestrati.
Dopo un processo complicato, la Corte di Cassazione ha deciso di annullare la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione, ordinando un nuovo processo davanti alla Corte d’Appello. La terza sezione penale della Corte d’Appello ha poi ribaltato la situazione, assolvendo gli imprenditori e revocando il sequestro dei beni. I legittimi proprietari potranno finalmente riavere i loro beni immobili e il denaro sui conti correnti.

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