Ancora oggi, l’incidente ferroviario del 3 marzo 1944 nella galleria delle Armi a Balvano-Ricigliano, in provincia di Potenza, resta uno dei disastri più ignorati della storia italiana. Quella notte, un treno merci speciale rimase bloccato nella galleria, causando la morte di circa 600 persone a causa dell’eccessiva presenza di monossido di carbonio nell’aria.

Il convoglio, partito da Portici il giorno prima, si era riempito di passeggeri abusivi provenienti principalmente dalla Campania lungo il tragitto verso Potenza. A Balvano, vicino alla cittadina lucana poi distrutta dal terremoto del 1980, si consumò la tragedia, con ferrovieri e passeggeri che persero la vita asfissiati dai fumi delle locomotive.

Nonostante la gravità dell’accaduto, nessun colpevole fu individuato per quella che è stata definita la più grande tragedia ferroviaria d’Europa. La popolazione, già provata dalla guerra, era allo sbando e molti cercavano disperatamente cibo prendendo d’assalto i treni merci.

La ricostruzione dell’incidente è stata oggetto di studi e ricerche nel corso degli anni, con Gianluca Barneschi che ha dedicato un libro e Rai Storia che ha realizzato un documentario sull’accaduto. Tuttavia, la tragedia di Balvano resta un episodio dimenticato della storia italiana, con nessuno che ha mai pagato per quel disastro.

Balvano 1944 rimane quindi una ferita aperta nella memoria collettiva del Paese, una tragedia ignorata che dovrebbe essere ricordata per non dimenticare le vite perdute in quella fredda notte d’inverno.

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