Un uomo di 50 anni, residente a Paupisi, è stato accusato di tentata violenza sessuale in un episodio avvenuto nel 2017 a Vitulano. Il pubblico ministero ha chiesto una condanna di sei anni e otto mesi, assolvendolo solo dal reato di violazione di domicilio. Tuttavia, il collegio penale ha deciso di assolvere l’imputato con la formula “perché il fatto non sussiste”.

Secondo l’accusa, l’uomo si sarebbe introdotto nell’abitazione di una donna romena incinta e avrebbe tentato di violentarla, arrivando addirittura a denudarsi. Fortunatamente, la donna è riuscita a reagire e a chiamare un’amica vicina di casa, che ha fatto fuggire l’uomo.

La difesa dell’imputato ha sostenuto che si trattava di una ricostruzione non veritiera dei fatti. Alla luce di ciò, il collegio penale ha deciso di assolvere l’uomo dall’accusa di tentata violenza sessuale. Questo caso dimostra l’importanza di una corretta valutazione delle prove e della presunzione di innocenza, principi fondamentali del nostro sistema giuridico.

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