Emergono gravi violazioni dei principi garantiti dal codice degli appalti pubblici a Avellino. Il giorno del riesame si avvicina, ma intanto dagli atti depositati dagli inquirenti emerge un meccanismo conosciuto non solo dalla dirigente comunale indagata, Filomena Smiraglia, ma anche da alcuni dipendenti di Piazza del Popolo. Dall’inchiesta è emerso il ruolo di una funzionaria pronta a soddisfare le richieste del sindaco nella gestione degli appalti pubblici. La costante interferenza del sindaco Gianluca Festa nelle questioni degli affidamenti degli appalti emerge con forza anche dalle intercettazioni acquisite negli uffici comunali.

La pubblica accusa sostiene che in alcuni casi sarebbe stato violato il principio della rotazione tra le società nella gestione degli appalti indetti dal comune di Avellino. Dalle conversazioni tra la dirigente comunale e la funzionaria emerge il metodo applicato per evitare i controlli: effettuare uno stralcio dei lavori per ricondurli sotto la soglia dei 40mila euro e garantire alle stesse ditte l’affidamento dei lavori, motivando la scelta con la supposta mancanza di alternative.

Inoltre, dalla documentazione contabile sarebbero emerse due fatture emesse dalla società di basket Del-Fes Cestistica a favore delle ditte alle quali la dirigente e la funzionaria avevano assegnato i lavori pubblici, violando i principi stabiliti dal codice degli appalti.

Questa situazione mette in luce gravi irregolarità e violazioni delle norme, che devono essere affrontate con fermezza e trasparenza per garantire la corretta gestione degli appalti pubblici e la tutela dell’interesse collettivo. Speriamo che il riesame fissato per venerdì 22 possa fare luce su questa vicenda e portare alla luce la verità.

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